Procter & Gamble ha presentato venerdì scorso i risultati del terzo trimestre riportando vendite in crescita del 6%, meglio del previsto (+2%) a causa del cambiamento dei comportamenti di consumo delle persone dovuto alla pandemia.
E, con certo sollievo da parte dei media, l’emergenza covid-19 non impatterà negativamente sugli investimenti pubblicitari. Anzi la multinazionale, che comunque ha stanziato molti milioni a sostegno delle organizzazioni sanitarie, ha tutta l’intenzione di beneficiare dell’aumento delle audience e del calo dell’affollamento pubblicitario attuali.
Il chief financial officer Jon Moeller ha dichiarato durante la call con gli investitori che l’azienda non ha intenzione di ridurre la spesa in media buying e che, nonostante possano capitare difficoltà nell’approvvigionamento nei canali retail, vuole mantenere la ‘disponibilità mentale’ tra i consumatori. Il consumo di prodotti per l’igiene personale e la pulizia della casa è infatti cresciuto a causa del covid, ma l’acquisizione di nuovi consumatori non è automatica: “Spesso capita che le persone provino prodotti nuovi, non sempre si tratta dei nostri. Dobbiamo lavorare duro per assicurare la disponibilità fisica e mentale, in modo che questi consumatori tornino poi ai loro brand di fiducia, i nostri, quando torneranno pienamente disponibili. Dobbiamo ricordare ai consumatori i benefici che hanno sperimentato con i nostri brand e come essi hanno soddisfatto le esigenze della famiglia, dunque questo non è proprio il momento di tagliare la comunicazione”. Il fatto poi che le audience siano aumentate non ha fatto altro che moltiplicare la visibilità della comunicazione di P&G.
Nel 3Q gli investimenti in marketing sono cresciuti dell’1,9% (320 milioni di dollari) in particolare nelle categorie healthcare, bambini, donne e famiglie. Ridotti invece i compensi delle agenzie di 120 milioni.
Per il prossimo trimestre, il 4° per P&G, monitorerà attentamente l’evoluzione dei comportamenti delle persone che potrebbero anche cambiare sensibilmente. E non tutti i prodotti ora in assortimento potrebbero tornare sugli scaffali a crisi finita.