Con l’evoluzione della marca, Pinalli cambierà anche il suo media mix che oggi è quasi totalmente digital, aggiungendo altri mezzi
Dopo il rebrand annunciato una decina di giorni fa, il retailer beauty Pinalli ha presentato il suo primo beauty store a Milano, uno spazio di 250 mq in Corso Buenos Aires, caratterizzato da un nuovo layout pensato per permettere ai clienti di sperimentare i prodotti in modo nuovo.
“Un passo importante che dà inizio a una nuova fase di crescita”, secondo l’AD e presidente Raffaele Rossetti. «Pinalli è un’azienda con 40 anni di storia ma 6 anni fa si è completamente rinnovata con l’ambizione di creare un nuovo modo di fare beauty in Italia, adottando una mentalità da startup, assumendo molti giovani e dando valore a tante nuove competenze» ha spiegato.
Oggi infatti Pinalli è il terzo player del mercato beauty in Italia, il primo italiano dopo due stranieri, con 75 negozi (6 anni fa erano una trentina) nel nord e centro Italia e un ecommerce molto forte da cui viene il 25% del fatturato. Lo scorso febbraio è entrato nel capitale dell’azienda con una quota di maggioranza H.I.G. Capital, uno dei principali fondi di investimento internazionali.
La crescita era iniziata già nel 2017, quando il brand contava 39 negozi per un fatturato di 55 milioni di euro, meno della metà dei 120 milioni di ricavi registrati nel 2022 e con la previsione di crescere a doppia cifra nel 2023, mentre i clienti loyalty attivi sono passati da 280.000 agli oltre 600.000 attuali. Nel corso di quest’anno sono stati aperti 12 nuovi punti vendita, ai quali si aggiungono restyling o relocation di altri 5 negozi, un’accelerazione del percorso che punta a sfiorare i 100 negozi prima della fine del 2026.
«Puntiamo ad essere riconosciuti come destinazione premium in termini di servizio ed esperienza, grazie a una consulenza di alto livello e a un’offerta di brand che ai classici affianca una vasta selezione di novità e indie brand italiani e stranieri: un esempio è VeraLab, che è cresciuto con noi, come anche Nabla, Goovi o il tedesco Banana – spiega Andrea Pezzoni, Responsabile dell’Area Commerciale e del marketing strategico -. Continueremo a perseguire la completa omnicanalità, crescendo sia nel fisico che nell’ecommerce, due mondi che coesistono e si integrano a vicenda».
Nel 2024 sono in programma l’apertura ad aprile di un primo punto vendita nel Lazio, quello più a sud dopo quello di Arezzo, e il lancio di una private label.
Il beauty store di Milano è il primo ad adottare il nuovo layout, firmato dagli architetti Marco Fabris e Alessandro Rigamonti di QDS Studio, e a trasmettere visivamente la rinnovata brand identity e i valori della marca: competenza, spontaneità, italianità, innovazione e responsabilità. Un ‘brand manifesto’ raccontato nel video, in pianificazione in questi giorni nel contesto di una campagna di comunicazione declinata su canali digital e OOH nei punti di maggior passaggio di Milano.
«Da sempre la nostra comunicazione è stata fortemente orientata verso il digitale, con obiettivi di performance – spiega Giovanna Baratello, Head of Marketing & Communication di Pinalli – ma, con l’evoluzione dell’azienda e dei suoi obiettivi, andremo verso un media mix più eterogeneo integrando obiettivi di awareness e drive to store, ad esempio con l’out of home pianificato in questi giorni. Abbiamo creato attraverso i formati di esterna, digitale e non, un percorso che conduce al nostro negozio in Corso Buenos Aires. Magari in futuro potremmo aggiungere la radio, utilizzata qualche volta in passato come anche digital audio con Spotify». La comunicazione, sostenuta da “un investimento importante”, continuerà anche nel 2024. In linea con la strategia di crescita dell’azienda, potrebbero essere valutati testimonial – al di là delle personalità di spicco in ambito digitale che già lavorano con Pinalli – e sponsorizzazioni.
La creatività è stata curata dal team interno di Pinalli con il contributo creativo di Brand Partners Group – autore anche della nuova visual identity – e Cookies Agency. La pianificazione è stata invece curata da MediaPlus.
Francesca Bernardi