Occhio alle belle parole, alla moderazione e alle rassicurazioni in termini di libertà e democrazia fatte dai leader autoritari al momento della loro elezione.
Lo dice Reporter Senza Frontiere Germania (RSF) con la campagna “The First Speech”, realizzata in occasione del suo 30° anniversario per mettere in guardia su chi, più o meno democraticamente eletto, poi si rivela in breve tempo nemico dei diritti umani e del giornalismo indipendente. Non è un caso che questa campagna sia stata lanciata ora, dato che nel 2024 80 paesi con 4 miliardi di elettori andranno al voto.
Nei tre film, diretti da Giordano Maestrelli, vengono proposti estratti dai primissimi discorsi di Vladimir Putin, Recep Tayyip Erdoğan e Nicolás Maduro all’insediamento come presidenti, pieni di promesse sulla salvaguardia della libertà e della democrazia. Sappiamo tutti com’è andata. Claim: “Fidati della stampa libera. Non delle belle parole”, che sottolinea la necessità di affidarsi al giornalismo indipendente come arma contro la manipolazione e invita a sostenere RSF con una donazione.
Creata da Innocean Berlin e Stink Films Berlin, con direzione della fotografia di Konrad Losch, la campagna comprende una serie di video, poster, digital out-of-home e social media. I film verranno trasmessi nei cinema tedeschi e sul canale YouTube di RSF Germania.
Anche manifesti e digital out-of-home utilizzano le parole degli stessi discorsi, ma in contrasto con le immagini di giornalisti di Russia, Turchia e Venezuela, tra cui Bülent Kılıç premiato dal World Press Photo, nel preciso momento in cui si sono ritrovati arrestati o presi di mira dal governo.
“Reporters Senza Frontiere compie 30 anni nel 2024, che coincide con il più grande anno elettorale della storia. Così abbiamo deciso di ricordare a tutti che la stampa libera è fondamentale per una democrazia con elettori informati. Perché la perdita di libertà non è sempre evidente all’inizio” commenta Gabriel Mattar, CCO di Innocean Berlin.
“Il mio obiettivo non è stato solo quello di illuminare il passato, ma di riscrivere sia ciò che è stato sia ciò che sarà. È un seme di dubbio e di consapevolezza piantato nella mente degli spettatori per farli riflettere sulla propria realtà” aggiunge Giordano Maestrelli, regista di Stink Films.