L’atteggiamento conservatore del nuovo governo potrebbero dare nuova rilevanza al ruolo di Pubblicità Progresso attraverso campagne sociali sui temi messi in ombra
Pubblicità Progresso ha festeggiato a maggio i suoi 50 anni avviando nel frattempo un percorso per ridefinire il proprio ruolo.
Ieri lo ha fatto insieme a UPA con un webinar sul valore della comunicazione sociale, anticipando alcuni dei temi al centro del libro bianco dedicato che verrà pubblicato tra una decina di giorni.
Si tratta non di un punto di arrivo, ma l’inizio di un percorso secondo il presidente della Fondazione Pubblicità Progresso Andrea Farinet, articolati nei punti chiave Ambiente, Anima e Arte. “Vorremmo progressivamente aprire questo dibattito, sviluppandolo non solo a livello italiano ma anche europeo” ha detto.
Dove vanno le donazioni. Nei programmi della Fondazione anche l’intenzione di strutturarsi a livello finanziario per gestire le donazioni da parte dei cittadini a supporto di ben precise cause sociali, dando riscontro su dove, come e chi andrà a beneficiare dei loro soldi. “Vogliamo canalizzare la solidarietà degli italiani. Facciamo campagne ma non sappiamo poi cosa succede ai soldi raccolti attraverso di esse. Per questo ci stiamo strutturando per sostenere direttamente le cause, supportando le realtà del terzo settore” ha anticipato Farinet, accennando al proposito di costituire una piattaforma sotto l’egida della Banca d’Italia.
Da UPA quattro considerazioni strategiche. Secondo il presidente dell’associazione degli inserzionisti pubblicitari Lorenzo Sassoli, il ruolo istituzionale deve essere rafforzato alla luce di fenomeni di profonda attualità.
«Le aziende oggi dimostrano un’accresciuta sensibilità sociale e promuovono molte campagne che, tuttavia, sono sempre di parte e rispondono alla missione della singola azienda – spiega Sassoli -. La loro azione non si deve confondere con il ruolo di Pubblicità Progresso che è super partes. Detto ciò, come UPA presentiamo quattro considerazioni strategiche, temi per indirizzare lo sviluppo della Fondazione di cui siamo soci. Primo, vedo del potenziale di accrescimento del suo ruolo alla luce del nuovo clima politico che sta virando verso la conservazione. E Pubblicità Progresso già nel nome contrasta con l’atteggiamento conservativo. Abbiamo bisogno di maggiore impegno sui temi sociali, sui nuovi diritti, sull’integrazione di marginalità, su tutto quel che riguarda il mondo LGBTQ, l’inclusione e la diversità, la sostenibilità sociale ed economica. Questi temi rischiano di non essere messi bene a fuoco da parte di chi ci governa e nel dibattito pubblico».
Il secondo tema è la lotta a fake news e odio online, attraverso la costruzione e il rafforzamento della coscienza critica del pubblico nei confronti dell’informazione con cui viene a contatto.
Terzo, Pubblicità Progresso dovrebbe ambire a un maggior rilievo istituzionale anche attraverso il dialogo con altre autorevoli istituzioni pubbliche, come Agcom.
Quarto, in qualità di player istituzionale la Fondazione dovrebbe coinvolgere tra i suoi soci e nei progetti di comunicazione anche le piattaforme social, così come accade con i broadcaster, che oggi giocano un ruolo fondamentale nella società.