Il brand ha presentato in apertura del Salone del Mobile le novità di prodotto e l’app IoT
“Essere tanti saperi assieme”, unire tecnologie del passato, presente e futuro, la portabilità sono alcune delle direttrici delle novità che Artemide ha presentato in apertura del Salone del Mobile.
Rappresenta bene questo approccio la sospensione ibrida Harry H disegnata da Carlotta de Bevilacqua, designer e vicepresidente dell’azienda, “che unisce il vetro di Murano soffiato mano, la tradizione, i led, il presente, e gli oled, il futuro, facendo coincidere luce e riflettori: per questo l’abbiamo intitolata a Herman Hesse, in omaggio al protagonista del Lupo della Steppa che ha una doppia identità per il giorno e la notte”. Harry H è stata progettata in collaborazione con LG Display ed è un sistema ibrido che affianca led e oled valorizzando i pregi delle due tecnologie e combinandole per offrire il massimo delle performance per l’uomo e i suoi bisogni.
La portabilità ispira invece Emera, progetto inedito disegnato dal fondatore Ernesto Gismondi, ed Empatia Mobile – nuova versione di una lampada bestseller – ricaricabili anche con prese USB e in grado di offrire insieme mobilità e performance di luce elevate, paragonabili alle lampade alimentate in modo tradizionale
Novità anche sul fronte Internet of things con l’arrivo della prima app di Artemide in grado di controllare tutte le lampade in catalogo e, divise in gruppi, fino a 500 sistemi luminosi senza wifi. L’app connette le lampade al device mobile grazie al bluetooth low energy permettendo alle persone di gestire a distanza su un’interfaccia immediata e intuitiva singoli prodotti, gruppi anche eterogenei di apparecchi o di scenari di luce. Per i device Apple la portata è di 15 metri, per Android si estende a 25-30 metri.
NUOVO FORMAT CREATIVO E TONO SURREALISTA CON GLI SCATTI DI PIERPAOLO FERRARI
Artemide ha inoltre lanciato un nuovo format creativo per le proprie campagne pubblicitarie ingaggiando il fotografo e artista Pierpaolo Ferrari, i cui coloratissimi scatti in stile surrealista prendono il posto del bianco e nero di Elliott Erwitt. Rimane il claim ‘The human light’.
«Dal punto di vista estetico, filo conduttore del lavoro con Artemide è cercare la semplicità – racconta Pierpaolo Ferrari – in queste foto ad esempio lavoro introducendo piccoli elementi, una mela, un uccellino, una nota musicale… L’obiettivo è riuscire a eliminare qualsiasi distrazione, ma nello stesso tempo cercare di rendere l’immagine il più possibile magnetica. Si può dire che trattiamo l’oggetto, in questo caso la lampada, come se fosse una modella o un modello, comunque come una persona. In fondo sono sempre dei ritratti. Una cosa che faccio anche nelle fotografie di moda è cercare di fare in modo che venga fuori la personalità del modello o della modella. Sono sempre in un certo senso alla ricerca dell’anima del soggetto. Perché poi è come se ne riconoscessi la personalità e secondo me il design è proprio quello»