Come avevamo scritto, era un pesce d’aprile il lancio di una birra ‘rosa antico’ da parte del brand. Ecco i primi risultati dell’operazione
L’immagine di una bottiglia di autentica Ceres Strong Ale che prende all’amo un pesce ha finalmente tranquillizzato i fan di Ceres: nessuna birra rosa al gusto zenzero e lampone in commercio. Era tutto un pesce d’aprile. Come avevamo scritto, il fantomatico lancio pubblicitario – con tanto di minisito e film – di una birra “rosa antico”, al gusto di lampone e zenzero e con una gradazione di 3,7% messo a punto dal marchio di birra insieme all’agenzia Bcube è stata una bella trovata per ribadire il posizionamento ‘strong’ di Ceres e celebrare il forte legame con gli appassionati.
“La logica è stata quella di sabotare il marchio, ribaltandone completamente i valori e la comunicazione. Modaiola e frivola, Ceres Soft Ale era un’anti Ceres per eccellenza. L’obiettivo era stuzzicare la fan base di Facebook, target principale dell’operazione” ha spiegato Sergio Spaccavento, direttore creativo esecutivo di Bcube. Fino a simulare un ‘epic fail’, accendendo così ulteriormente il dibattito sulla rete. A questo scopo rispondeva anche la scelta di una blanda moderazione dei messaggi che gli utenti potevano lasciare sulla bacheca del mini-sito che promuoveva la finta birra, dove sono apparsi subito commenti gelidi – ad esempio “Se è una birra alla fragola vi denuncio per danni morali” – ma anche messaggi rudi, fuori luogo e censurabili.
Un gruppo di appassionati ha creato addirittura la pagina “La Ceres non si tocca” con tanto di petizione per chiedere ufficialmente il ritiro della Soft. I pochi che si sono dimostrati aperti alla novità sono stati invece immediatamente contestati dalla schiacciante maggioranza di puristi.
Molti, sulla rete, hanno parlato di una strategia potenzialmente controproducente. “In realtà sul sito era presente un countdown che rimandava chiaramente al 1° aprile. L’idea era di far sorgere un ragionevole dubbio negli utenti, per rispettare la loro intelligenza” ha spiegato Spaccavento.
La rivelazione è arrivata dunque ieri – 1° aprile – con una nuova versione dello spot Soft Ale su Facebook. L’inizio è lo stesso, ma poi tutto cambia: un modello sputa schifato un pezzo di zenzero, c’è un pesce rosso in un bicchiere di Soft, una modella viene schiaffeggiata con un’orata e alla fine un belloccio è centrato in pieno viso da una micidiale “pesciata”. Apparizione finale di Herbert Ballerina, il testimonial della banda di Maccio Capatonda, che dà la rivelazione liberatoria: “Ceres Soft Ale. Il più grande pesce d’aprile mai fatto da una birra”.
I risultati dell’operazione fino a ieri:
Il target era la fan base di Facebook del marchio che conta oltre 600mila appassionati.
In 10 giorni di attività sono stati totalizzati:
LIKES: 17.703
COMMENTI: 4.940
SHARES: 4.223
PICCO DI ENGAGEMENT RATE: 3,87
Il video con cui Ceres ha svelato su Facebook il Pesce d’aprile
CREDITS
Agenzia: BCUBE
Direttore Creativo Esecutivo: Sergio Spaccavento
Direttore Creativo Associato: Andrea Stanich
Art director e Digital Strategist: Alessandro Sciarpelletti
Copywriter e Content Manager: Silvia Savoia
Social Media Manager e Digital Strategist: Federica Nanni
Art Junior: Martino Caliendo
Account Director: Marta Garavaglia
Senior Account Executive: Giorgia Benetti
Direttore Creativo Associato Digital: Fabiana Dinoi
Project Manager: Andrea Castiglioni
Producer agenzia: Maria Luisa Crisponi
CdP: Short Cut
Executive Producer: Enrico Venti
Regia: Danilo Carlani e Alessio Dogana
Musica di FabioGargiulo (BKM Production), voce: Mario“Immario” Giordano
CERES
General Manager: Roberto Roccatti
Senior Brand Manager: Emanuela Tignonsini
Brand Manager: Manuela Bado