In 10 anni i consumi interni di prodotti biologici sono cresciuti del 133% e le esportazioni del 156%
Le vendite alimentari bio nel mercato interno – considerando tutti i canali – hanno raggiunto nel 2021 (anno terminante a luglio 2021) quota 4,6 miliardi di euro, registrando un aumento del +5% rispetto allo scorso anno (a parità di perimetro per canali e prodotti), sommando consumi interni ed export.
Sono i risultati dell’Osservatorio SANA 2021 curato da Nomisma su survey dirette, dati Nielsen. AssoBio, Ismea, Agenzia ICE presentato a conclusione del salone dedicato all’alimentazione. In 10 anni i consumi interni di prodotti biologici sono cresciuti del 133%, segno del progressivo consolidarsi presso i consumatori italiani del concetto di alimentazione sana, mentre le esportazioni sono aumentate – sempre nel decennio – del 156% e nell’ultimo anno dell’11%. Il canale di riferimento per il bio in Italia è ormai la grande distribuzione: secondo Nielsen le vendite di biologico hanno raggiunto i 2,2 miliardi di euro, pari al 56% del totale dei consumi, mentre la rete di negozi specializzati si piazza al secondo posto con vendite per quasi 1 miliardo di euro (+8%).
La spesa bio nel carrello. Nella grande distribuzione il canale super/iper fa la parte del leone con 1,4 miliardi di euro di vendite, stabile rispetto all’anno precedente. L’eCommerce, che parte da numeri relativamente bassi, segna la crescita più decisa con +67% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e 75 milioni di euro di vendite. Pasta, prodotti da forno e sughi sono quelli che riempiono di più il carrello, ma il confronto tra l’andamento della spesa agroalimentare in generale e qulla biologica permette di evidenziare una crescita diffusa di tutti i comparti del bio, a eccezione di fresco e freddo che nel 2021 subiscono una riduzione.
L’export, segnala l’Osservatorio, ha una performance più che positiva, con 2,9 miliardi di vendite di prodotti sui mercati internazionali e una crescita dell’11% rispetto all’anno precedente, secondo un’indagine diretta sulle imprese – intervistate da Nomisma per ICE e Federbio nell’ambito del progetto ITA.BIO. Con il 6% dell’export agroalimentare italiano totale, il 76% sul valore dei prodotti food a marchio Dop/Igp e il 42% il biologico conferma il ruolo rilevante conquistato nel paniere dei prodotti Made in Italy sui mercati internazionali, tanto che l’Italia si afferma in 2da posizione nella classifica globale a valore dell’export bio, dopo gli Usa.
Il consumatore italiano è convinto: la consumer base ha raggiunto nel 2021 l’89% delle famiglie italiane (nel 2021 era il 53%), con quasi 9 famiglie su 10 che hanno acquistato almeno una volta l’anno un prodotto biologico e il 54% delle famiglie che consumano prodotti bio almeno 1 volta alla settimana.
La dinamica dei consumi e le vendite nei diversi canali si è resa possibile grazie all’evoluzione degli assortimenti, tanto più che il 52% dei consumatori si dichiara soddisfatto rispetto all’offerta a scaffale (anche se solo l’11% lo è completamente). Questo ha innalzato il livello di fedeltà di molte famiglie italiane, che non hanno modificato le proprie abitudini di acquisto verso il bio durante la pandemia, anzi il 25% ha addirittura aumentato la propria spesa, spinto da necessità salutistiche e scelte sostenibili sempre più impellenti.