Nei 12 mesi rilevati dalla nuova edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, le vendite di cibi regionali sono aumentate del 3,2% rispetto all’edizione precedente, con un valore che ha superato gli 8,9 miliardi di euro, tra ipermercati e supermercati.
Si tratta di quasi 10mila prodotti che indicano in etichetta la regioni di provenienza. Le 3 regioni che hanno registrato il maggior giro d’affari sono Trentino-Alto Adige, Sicilia e Piemonte con vendite pari a, rispettivamente, 359 milioni di euro (+2,1%), 326 milioni (+3,5%) e 301 milioni (+1,4%).
La crescita più veloce è stata invece registrata dai prodotti targati Veneto (+9,1%), Calabria (+8,7%) e Puglia (+8,3%), mentre sono in calo le vendite di prodotti alimentari di Emilia-Romagna (-4,2%, ma pur sempre in 4ta posizione), Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Campania.
Complessivamente, nel 2021 la corsa all’italianità nel carrello si è stabilizzata dopo anni di espansione, mentre l’offerta ha continuato a crescere (+2,5%).
Nonostante la sostanziale stabilità delle vendite, quello dell’italianità resta il fenomeno più pervasivo tra quelli individuati dall’Osservatorio, si legge nel report, perché accomuna il 26,8% delle referenze rilevate e contribuisce per il 27,5% al giro d’affari complessivo del paniere Immagino.
La bandiera tricolore, la dicitura ‘100% italiano’ e quella ‘prodotto in Italia’ sono i marker più utilizzati in etichetta, mentre gli oltre 4mila prodotti che segnalano di aver ottenuto Doc, Dop e Docg ottengono i risultati migliori.