We Are Social nell’incontro WTFuture ha tratteggiato i trend alimentari generati dalla tecnologia del presente e del prossimo futuro, con le esperienze di Deliveroo e Barilla
I macro-trend che plasmeranno il prossimo futuro li conosciamo: la popolazione mondiale che raggiungerà i 9,8 miliardi entro il 2050, il 66% della quale vivrà nelle aree urbane, la tecnologie che generano cambiamenti radicali nei comportamenti delle persone.
Restringendo la lente sull’alimentare, pur con una scala globale, vediamo già ora che meno del 60% delle cene non sono cucinate in casa, che negli Usa il 7% degli incassi dei ristoranti sono generati dal delivery, quota che raggiunge il 40% nelle aree urbane, e che il 70% della spesa food avverrà online entro il 2023. E in luoghi come Singapore o Manhattan le cucine stanno diventando sempre più piccole, in alcuni casi spariscono proprio. Succederà anche in Italia?
La fotografia l’ha scattata We Are Social nell’incontro della serie WTFuture dedicato al rapporto tra cibo e tecnologia.
«La tecnologia ha cambiato il comportamento delle persone e ora, anche parlando di cibo, i bisogni emergenti sono personalizzazione, immediatezza, convenienza e comodità – spiega Luca Della Dora, Marketing & Innovation Director di We Are Social -. L’on-demand è un mindset che ormai riguarda le persone in tutti gli ambiti della loro vita. E’ un trend già in corso ed è di quelli destinati a restare. In questo scenario i brand sbaglierebbero a contrastare un cambiamento che sta accadendo comunque, ma possono cavalcarlo sfruttando le abitudini che le persone già hanno».
L’on-demand è diventato un canale di comunicazione, come ha fatto HBO che ha messo in vendita su Deliveroo uova di drago per promuovere Game of Thrones; mentre Starbucks ha cavalcato la passione per le foto creando prodotti – vedi il frappuccino unicorno – diventati leve di pr e earned media.
Marco Galimberti, Head of Marketing di Deliveroo in Italia, ha spiegato come il servizio arrivato appena 3 anni fa e oggi disponibile in 44 città abbia in programma un piano di espansione importante: “prevediamo di triplicare”, ha detto spiegando come il successo dipenda da un modello operativo sostenibile e da uno studio accurato delle aree urbane: dal punto di vista topografico e orografico, ma soprattutto delle abitudini dei cittadini e le tendenze gastronomiche locali. E a posteriori sfruttando i dati: giusto per curiosità se il 2018 è stato l’anno del poke, il 2019 terranno banco la veg-meat, l’Asia alternativa di Birmania e Filippine, i semi di canapa, la curcuma, il gomasio e la frutta esotica come l’immortale cocco e lo scenografico dragonfruit. Il problema principale è il ‘food divide’: fuori dalle città principali l’offerta è scarsa se non inesistente.
Alessio Gianni, Digital & Content Marketing Global Director di Barilla, ha spiegato che anche un colosso come Barilla, il cui business si regge per la stragrande maggioranza sulla spesa al supermercato, stia presidiando modelli di business direct-to-consumer e delivery. Ad esempio è stato avviato un dialogo con il delivery ‘salutista’ Foorban, mentre con Cucina Barilla, linea basata su un modello a subscription, con forno in comodato d’uso e forniture di pasti pre-porzionati da scegliere online, risponde al desiderio di cibo che si prepara in modo facile e veloce, quasi da solo. «Se in Italia la sparizione della cucina dalle case è uno scenario remoto, non lo è in altri paesi dove non c’è tutta la nostra cultura alimentare. La pasta si presta al delivery, lo regge molto meglio della pizza: bisogna solo superare la barriera psicologica all’ingresso e dal cambiamento stimolare nuove domande. La qualità poi è fondamentale: le persone la cercano anche da una commodity e si aspettano di ricevere a casa un piatto perfetto» ha spiegato Gianni.
Per il momento l’utilizzo degli smart speaker per cucinare è molto acerbo. Ancora non hanno raggiunto quel livello di interazione necessario per aiutare veramente le persone: «Abbiamo studiato le skill oggi disponibili, ma nessuno è ancora riuscito a farle bene. Noi stiamo sperimentando, cercando di aggiungere valore e aspettando che le persone iniziano ad usarli di più e meglio. Il business di Barilla non cambierà dall’oggi al domani; cambieranno però i comportamenti delle persone. E quei bambini che oggi dialogano con naturalezza con lo smartphone, un giorno – tra 10, 20 anni – faranno la spesa a voce».