Si è chiusa la terza edizione del Festival della Crescita che nella quattro giorni di Milano ha visto partecipare oltre 1000 persone a dialoghi, convivi e performance sui temi dell’educazione, dell’invenzione, della comunicazione e delle visioni di impresa.
di Francesco Morace, Future Concept Lab
Nelle 4 giornate della terza edizione milanese del Festival della Crescita sono state più di 1.000 le persone che hanno partecipato a dialoghi, convivi e performance sui temi dell’educazione, dell’invenzione, della comunicazione e delle visioni di impresa. Oltre 200 gli studenti dei licei milanesi che con i loro insegnanti hanno discusso di informazione con Luca de Biase (Il Sole 24 ore), di lavoro con Alessandro Rosina (curatore del rapporto Giovani), di tecnologia con Massimo Temporelli (The FabLab), di invenzione e creatività con il loro coetaneo Leonardo Falanga (maker e inventore).
I grandi temi della metamorfosi in atto, dalla sharing economy all’intelligenza artificiale, sono stati dibattuti da imprenditori e docenti universitari: per tutti la grande sfida è apparsa quella di tenere insieme la crescita felice con il valore delle idee, delle risorse, delle organizzazioni.
Il filo conduttore dell’intero festival è emerso nella nuova concezione della sostenibilità e dell’economia civile. Il pensiero di Adriano Olivetti si è incontrato con il pensiero scientifico di Paolo Veronesi, ma anche con il riciclo dell’alluminio in un dialogo di Cristina Lazzati (MarkUp) con Gino Schiona (CiAl). I nativi della CSR presentati da Rossella Sobrero hanno anticipato i temi dell’Associazione Quinto Ampliamento, cha ha affrontato i temi dell’economia civile e della reputazione aziendale, in un Convivio moderato da Fabio Papa con i rappresentanti delle istituzioni. Sostenibilità, cultura d’impresa, competitività fondata sulla bellezza, sono stati i temi affrontati anche da Antonio Calabrò (Fondazione Pirelli) e da Emilio Casalini, autore del libro ‘RiFondata sulla bellezza’.
Il management e il mondo aziendale hanno avuto protagonisti inconsueti: Marinelli Campane, l’azienda familiare più antica d’Europa (fondata nell’Anno Mille!), si è raccontata con l’aiuto e l’ascolto dei manager tedeschi Thomas Ingelfinger (Beiersdorf) e Bernhard Scholz (Presidente di Compagnia delle Opere). Al centro, sempre il valore umano dell’esperienza all’insegna di una diversità che può crescere in modo sano. Come è stato ribadito da Sergio Tonfi (SuperBrands), Daniela Aleggiani (3M) e Nicola Lampugnani (ADCI) che hanno ragionato sulla comunicazione delle marche più importanti e riconosciute del mondo.
I dialoghi sul marketing del futuro hanno mescolato lo Human Marketing di Fabrizio Bellavista con le neuroscienze di Luca Florentino, il potere dell’engagement e dello storydoing di Annalisa Galandi con il neuromarketing di Francesco Gallucci. Maria Sebregondi (Moleskine), Andrea Cortese (Subito) e Vera Gheno (Linguista dell’Accademia della Crusca) hanno affrontato le frontiere della ‘comunicazione onlife’ mentre Cosmano Lombardo ha raccontato il Web Marketing Festival sul filo dei 100 passi e dell’impegno sociale.
Il Festival si è concluso con un confronto strategico sul futuro dell’Italian Way tra unicità e riconoscimento globale. Ermete Realacci ha spiegato le radici della Soft Economy, i giovani di Coldiretti i loro progetti in divenire, mentre Luigi Gia (Affari & Finanza) moderava la riflessione su uno scenario sempre più articolato tra crescita dell’export (Dario Rinero del Gruppo Poltrona Frau) e rilevanza dei territori (Francesco Pugliese di Conad), interferenze generazionali nella finanza (Mauro Federzoni di Intesa Sanpaolo) e nel risparmio (Carlo Alberto Carnevale Maffè di Bocconi). La chiusura ‘magistrale’ è stata affidata a Piero Bassetti che ha tracciato l’orizzonte futuro con una riflessione sulla crescita possibile e sul ruolo degli Italici nel mondo.