L’obiettivo più vicino sono le vacanze, ma cosa succederà al rientro in autunno? Qui alcuni highlight del post condiviso da Fabrizio Fornezza, partner dell’istituto di ricerche EumetraMR
Sarà l’inverno del nostro scontento? EumetraMR ha realizzato due scenari “verso l’inverno” (in realtà sono 3, il terzo è il peggiore di tutti, ma avrebbe anche la probabilità di accadimento più bassa, solo il 10%) per dare alle aziende, con tutta la prudenza del caso, un aiuto a ragionare anche sul clima di comunicazione e sulle proposizioni più opportune.
Ecco alcuni highlight del post condiviso da Fabrizio Fornezza, partner dell’istituto di ricerche, post che si può leggere integralmente qui.
Scrive Fornezza che l’evoluzione degli eventi è veloce, le vendite in molti settori sono riprese anche se non sono tornate ai livelli di febbraio e la propensione è forte. L’obiettivo più vicino sono le vacanze, ma cosa succederà al rientro in autunno? Gli scenari delineati dal team di Eumetra presuppongono che a luglio ci sia la fine dell’obbligo di mascherine nei luoghi pubblici aperti in tutte le regioni, la fine delle limitazioni all’ingresso nei punti vendita, l’uso facoltativo dei guanti, insomma una quasi normalità.
Il primo scenario, quello più ottimista, ha il 50% di probabilità di accadimento: pochi o nessun contagio, effetti limitati sulla disoccupazione, fine di controlli e distanziamento, fine anche delle turbolenze geopolitiche internazionali. In questo scenario i consumi, pur chiudendo l’anno “con un significativo segno meno”, risultano in ripresa e anche l’auto e il turismo si riprendono, almeno parzialmente. Il mood dei consumatori è improntato al sollievo e in uno scenario del genere le aziende potrebbero sostenere il tema della resilienza, del rilancio e di un nuovo futuro, il clima di comunicazione è orientato alla positività, ma le aziende dovranno presidiare temi come ambiente, salute, benessere economico delle comunità.
Il secondo scenario è di continuità rispetto a giugno: con il 40% di probabilità dà un livello dei contagi paragonabile a quello di maggio, tutti gli outlook economici sono al ribasso e tengono compressi i consumi anche perché aumenta la disoccupazione (circa 13%), solo il clima internazionale è simile allo scenario precedente. In questo clima i consumi saranno bloccati o rallentanti, il mercato automotive scopre che gli incentivi non sono stati sufficienti, il turismo soffre di importanti limitazioni e si aggrava la crisi di fuori casa e horeca, mentre riprende massivamente il lavoro remoto, o agile che sia. Il mood di incertezza e preoccupazione dei consumatori rarefa acquisti e presenze sui punti vendita, mentre cresce la sensibilità alle promozioni e il ricorso all’eCommerce. La risposta delle aziende a questo ipotetico scenario suggerirebbe un forte stimolo economico per motivare i consumatori, un sostegno concreto alle pratiche di responsabilità sociale, valorizzando le notizie positive senza però la retorica di un futuro migliore, poco plausibile.
Il terzo scenario, si legge nel post, “è il più facile da tracciare, purtroppo. Ma è anche il più disastroso, in termini economici, sociali, psicologici. Un altro lockdown generalizzato, derivante da una manifesta incapacità del sistema di imparare dai propri errori. È in fondo facile da analizzare nelle conseguenze che vale solo la pena stimarlo come probabilità, ma non come effetti (simili anche se non uguali a quelli dei mesi passati)”.