La proposta è stata presentata ieri nel corsi di un incontro, nell’ambito della fiera Tempo di Libri
Detrarre dalle imposte sul reddito delle persone fisiche il 19% di quanto speso nel corso dell’anno per comprare libri e giornali quotidiani e periodici. È la misura a sostegno della lettura e della domanda di informazione proposta dalla Filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione (organismo federativo nato nel 2004 che include le associazioni di categoria Acimga, Aie, Argi, Asig, Assocarta, Assografici e Fieg), nell’ambito dell’incontro pubblico “Giornali e libri: strumenti di buona informazione e cultura”, svoltosi ieri a Milano, nell’ambito della Fiera dell’editoria Tempo di Libri.
Portavoce dell’iniziativa è stato il vice presidente di Assocarta, Paolo Mattei.
Gli indici di lettura in Italia restano da sempre tra i più bassi al mondo: i lettori di almeno un libro all’anno sono calati in 5 anni (dal 2010 al 2015) dal 46,5% al 42,0%. A leggere un quotidiano è invece il 33,4% della popolazione, mentre per i periodici sono il 44,5%.
Di qui l’idea di una misura fiscale per incentivare la lettura, con la finalità di uno sviluppo sociale e culturale diffuso. La stima della copertura necessaria a finanziare tale misura, meno di 200 milioni di euro l’anno, ipotizza uno stanziamento di gran lunga più basso di quello stanziato per il Bonus Giovani o di quello previsto per il sostegno al cinema.
La Filiera, rete di sette Associazioni legate alla produzione e diffusione di prodotti informativi e culturali, rappresenta imprese che, per dimensione di fatturato (circa 30,96 miliardi), numero di occupati (circa 688.000 addetti) ed export realizzato (9,53 miliardi), costituiscono un segmento vitale dell’economia del Paese.
Alessandro Nova, dell’Università Luigi Bocconi di Milano, ha illustrato poi i risultati della Filiera, che nonostante la prolungata fase di crisi economica rappresenta il 5% della occupazione manifatturiera complessiva con circa 198.000 addetti diretti e un indotto di 490.000 occupati. I risultati complessivi 2016 della Filiera si confermano sui valori del triennio precedente. Se un buon contributo viene dalle esportazioni, quello che manca è la spinta del mercato interno.