Il design cerca di interpretare le idee e la realtà non meno della filosofia e durante la Milano Design Week è emerso chiaramente quanto sia sentito il tema della conciliazione tra le tecnologie – rappresentate mai come fredde e impersonali – con un modo di vivere più gratificante, con la tradizione, con l’artigianato. La componente immateriale del progetto e delle idee plasma la materia, e per materia si intende anche quella sottoforma di dato che alimenta l’intelligenza artificiale. Ecco come brand e designer hanno interpretato il tema
Alla luce del sole
S.F._Senses of the Future, l’installazione ideata da Tokujin Yoshioka per LG è stata premiata con il Milano Design Award come la migliore installazione di tutto il Fuorisalone. Il pezzo forte è Wall of the Sun, struttura larga 16 metri e alta 5 metri, che comprende circa 30.000 moduli di luce individuali Oled. Ondeggiando simula il conforto e il calore percepiti nei giorni luminosi e soleggiati, con l’idea di trasmettere l’idea di come l’illuminazione human-centric possa trasformare lo spazio nel futuro prossimo.
La tecnologia di LG è stata usata anche da Artemide per una delle due novità 2017, la lampada Harry H. descritta come “fusione di saperi”: unione del passato con il vetro di Murano soffiato artigianalmente, i Led del presente e gli Oled del futuro, e unione di luce e riflettore.
Nel cortile della Statale brilla anche il Sole di Notte realizzato dai marmi Azul (progetto di CastagnaRavelli e Filippo Ghislieri Marazzi): un sole artificiale che simboleggia l’unione tra materiale e immateriale – il tema della grande mostra organizzata da Interni – tra luce e marmo a cui è ancorato.
Natura e tecnologia
Neri Oxman, designer e professoressa al Mit Media Lab, firma per Lexus l’installazione Yet, dove ‘Yet’ sta ad indicare l’esplorazione dell’azienda delle frontiere tra design e tecnologia che modella la mobilità del futuro. L’opera sviluppa l’integrazione tra natura e tecnologia, che a una prima occhiata potrebbero apparire contrastanti, giocando con luci ed ombre grazie alla stampa del vetro in 3D sviluppata dal Mediated Matter Group di Oxman, tecnologia all’avanguardia che utilizza un materiale antico.
Fondere la tradizione artigianale con le tecnologie emergenti è anche al centro del progetto Pixel del giapponese Hiroto Yoshizoe, primo posto al Lexus Design Award. Pixel è un dispositivo che permette alle persone di sperimentare la luce e l’ombra grazie a un sistema di visori per creare una gamma di effetti ottici. Attraverso ripetute rifrazioni interne modula le immagini in ingresso, trasformandole in impulsi luminosi di forma quadrata: così convertendo luci e ombre in una forma chiara e percepibile, lo spettatore può prendere consapevolezza di questo fenomeno.
Massimalismo e multiculturalità
Rispetto agli anni passati, quando le installazioni riflettevano ambientazioni futuristiche super minimali, Corian – il versatile materiale sintetico prodotto dalla DuPont – sceglie un’estetica massimalista. L’esposizione Corian Cabana Club adatta il materiale ad ambientazioni ispirate a diverse culture – una stanza per la meditazione cinese, una stube tirolese, una dacia russa, una camera da letto messicana, una cucina afro e così via – a cura di un gruppo di personalità della moda, dell’interior design e delle arti decorative sotto la guida del direttore creativo Christoph Radl e dell’editor in chief Martina Mondadori Sartogo, in collaborazione con Martino Berghinz Studio.
Intelligenza aumentata
Non poteva mancare l’intelligenza artificiale tra gli ospiti della Design Week. IBM l’ha fatta sperimentare nel suo spazio al Superstudiopiù con demo su iPad per interrogare Watson in linguaggio naturale, le smart bike utilizzate dalla nazionale americana di ciclismo, il negozio virtuale progettato da InVRsion dove far la spesa in remoto grazie all’headset HTC Vive e scegliere i prodotti con un controller.
All’Audi City Lab, presso il Seminario Arciverscovile, si è discusso molto della relazione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana. Il sound designer Yuri Suzuki ha anche creato un’installazione sonora che grazie a un algoritmo cattura i suoni dello spazio circostante e li trasforma in commento musicale, come a indicare il continuo e necessario dialogo tra tecnologia e persone.
Consigli per gli acquisti
L’installazione Design Beyond Awareness dell’Università giapponese Keio esplora invece la capacità dell’intelligenza artificiale di inserirsi nell’esperienza di acquisto delle persone, dove sarà la AI a scegliere per noi. Il loro algoritmo ha analizzato i colori degli abiti che indossiamo, della pelle e dei capelli e ci suggerisce il colore che ci starebbe meglio: per quel che riguarda chi scrive, l’AI ha effettivamente azzeccato il colore che, senza suggerimenti, avrei scelto.
Tecnologia e memoria
3M ha progettato con Studio Urquiola “A Capsule of Memorabilia” che fa riflettere su come la tecnologia può essere usata per proteggere e conservare i propri ricordi, nel caso attraverso i prodotti 3M Novec. L’azienda ha collaborato con ABS per la costruzione dell’installazione, con MammaFotogramma per le componenti interattive dell’installazione ed H-Farm per i contenuti digitali.
Tecnologia invisibile
Bang & Olufsen ha mostrato in anteprima i sistemi audio Beosound Shape dove gli altoparlanti diventano veri e propri decori sulla parete di casa: non assomigliano lontanamente alle classiche casse ma si presentano sottoforma di placche esagonali di diversi colori, modulabili e personalizzabili. Secondo l’azienda migliorano l’acustica della casa anche quando sono spente.
Samsung invece ha creato insieme al designer Yves Behar il televisore Frame, dal design minimale e cornici di legno intercambiabili che quando viene messo in Modalità Arte trasmette 100 immagini di quadri in altissima definizione, tanto reali da risultare a occhio nudo indistinguibile dai quadri veri.
Anche Digital Habits, startup di Rovereto, ha esposto in collaborazione con Tivoli Audio i suoi prototipi che superano le interfacce naturali e introduconp sistemi multisensoriali che esprimono un “umanesimo progettuale”. Le interfacce infatti connettono gesti, spazio, capacità percettive e di movimento ad attenzione e feedback. Abbiamo Xvoid in cui l’interfaccia è il perimetro dell’oggetto che si controlla con i gesti della mani, le casse bluetooth Paco fatte di cemento che esalta i bassi e legno, che rende il suono più limpido, e si controllano anch’esse con le mani, come anche la cassa decor Osound. Per Color Swing l’interfaccia è invece l’arredamento della casa visto che, come un camaleonte, cambia colore a seconda della superficie sottostante. Insieme sistema audio e lampada, Cromatica integra luce e suono (anche con l’app) creando l’atmosfera più gradita all’utente.
Spyre ci spia
Infine l’inquietante scultura Spyre, ideata da Ron Arad in collaborazione con Illycaffè. Enorme tentacolo in continuo movimento che si erge nel cortile della Statale, capovolge la condizione naturale dell’opera visto che è lui ad osservare noi, intenti a fare altro, attraverso un occhio digitale posto sull’ultimo braccio. La telecamera registra e proietta le immagini in tempo reale sugli schermi a bordo del cortile, cambiando continuamente prospettiva. Sorta di grande fratello inanimato che mette in scena il controllo e la tracciabilità delle persone attraverso le tecnologie digitali e di sorveglianza.