Domani a Londra la presentazione agli analisti finanziari. Il gruppo punta a incrementare la quota nel mercato pubblicitario a oltre il 39% nel 2020. La raccolta 2016 è crescita del 4%
Sviluppo di contenuti locali e internazionali, partnership internazionali come la recente Studio 71, nuovi contenuti “online first” e il lancio di una piattaforma OTT AvoD di nuova generazione, sviluppo anche digitale dell’offerta pubblicitaria Mediaset. E soprattutto una rifocalizzazione delle attività pay. Sono queste le linee guida del piano di sviluppo di Mediaset che il gruppo presenterà domani a Londra agli analisti finanziari.
Sul lato delle efficienze, due gli ambiti di azione principali.
Da un lato sono già operative le attività con Mediaset España per la coproduzione internazionale di contenuti, attività estendibili anche ad altri broadcaster europei.
Dall’altro, oltre alle fisiologiche efficienze frutto dell’ottimizzazione dovuta al pieno utilizzo delle opportunità tecnologiche, una rifocalizzazione dell’area pay tv organizzata su due piani. Rendere disponibili i canali pay prodotti da Mediaset anche ad altri operatori, e contemporaneamente aprire la piattaforma tecnologica Premium – unica esistente in Italia sul digitale terrestre – a tutti i produttori di contenuti interessati a un’offerta pay. Un nuovo assetto che consentirà a Premium di partecipare alle aste per i diritti del calcio con un approccio orientato alle reali opportunità di business.
Tutte queste attività produrranno una crescita della quota di mercato pubblicitario totale di Mediaset dal 37,4% di oggi a oltre il 39,0% nel 2020. Con un miglioramento, sempre al 2020, dell’Ebit delle attività media italiane atteso per 468 milioni di euro.
Il documento che esplicita la road map messa a punto dal management per rafforzare la leadership pubblicitaria crossmediale sarà disponibile online domani mercoledì 18 gennaio 2017 dalle ore 12 nell’area Investor Center del sito mediaset.it
Mediaset ha inoltre fatto sapere che nel 2016 la raccolta pubblicitaria ha chiuso in crescita del 4% rispetto al 2015 (+2,8% senza considerare il contributo del polo radiofonico acquisito nel 2016).