Investimento di oltre 70 milioni di euro per la promozione del food and beverage italiano
Comunicazione e promozione del made in Italy nella grande distribuzione; un investimento di oltre 70 milioni di euro per l’internazionalizzazione del food and beverage e contro l’italian sounding; un marchio unico di comunicazione a ombrello che aiuti a identificare ‘l’italian taste’. I ministeri dell’Agricoltura e dello Sviluppo economico scendono in campo con un piano straordinario per il settore agroalimentare: “Si tratta del più grande piano mai fatto negli ultimi anni per il settore agroalimentare italiano – ha spiegato il vice ministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda – e si basa su due principali sfide: da un lato l’advertising per far capire quale sia il vero prodotto made in Italy e, dall’altro, lavorare con la grande distribuzione per far atterrare i nostri prodotti sugli scaffali”.
Calenda – scrive l’Agi – ha infatti fatto notare che il fenomeno dell’italian sounding trova spazio soprattutto perchè i veri prodotti made in Italy non ci sono. L’intenzione, dunque, è di fare sistema per portarne all’estero quanti più possibile e di farlo sotto un ombrello, un marchio che li renda immediatamente individuabili. Il logo unico è una sorta di tricolore morso da un lato con sotto la scritta”’The extraordinary italian taste” e verrà utilizzato in occasione delle fiere internazionali, in attività di promozione all’interno dei punti vendita della grande distribuzione estera, nelle campagne di comunicazione e promozione in tv, sui media tradizionali, su Internet e sui social media.
“Questo piano – ha spiegato il ministro all’Agricoltura, Maurizio Martina – è uno strumento in più che mettiamo al servizio delle imprese con l’obiettivo di aumentare l’export. Il traguardo è quello di arrivare nel 2020 a quota 50 miliardi e partiamo con un investimento di oltre 70 milioni di euro per i prossimni 3 anni. C’è dunque uno strumento nuovo, ma anche le risorse perchè funzioni. Vogliamo assicurare al sistema Italia un maggior numero di medie imprese esportatrici capaci di andare regolarmente su questi mercati e lavorarci”.
Calenda e Martina hanno spiegato che nel 2015 ci si concentrerà soprattutto sugli Stati Uniti – a cominciare dalla FMI Connect di Chicago dove si presenteranno per la prima volta insieme Cibus, Vinitaly e Tuttofood , ma anche su Giappone e Canada, mentre per il 2016 si studia il mercato cinese. Intanto, sul fronte dell’export agroalimentare il primo trimestre dell’anno è stato definito “positivo” con oltre 8,7 miliardi; l’obiettivo per l’anno in corso è di chiudere con 36 miliardi.