Come previsto dopo il via libera della Commissione Europea, Omnicom ha completato ieri – alla chiusura della giornata lavorativa negli Stati Uniti – l’acquisizione di Interpublic. Un’operazione da 13,5 miliardi di dollari che porta così alla creazione del primo gruppo nel mercato della comunicazione e del marketing. I due gruppi erano rispettivamente il terzo e il quarto più grandi, dopo Publicis Groupe e Wpp.
La nuova Omnicom vanta nella nota che comunica il completamento dell’operazione “il portfolio di capacità più completo e connesso del settore, alimentato da Omni, la sua piattaforma di intelligenza avanzata”.
John Wren rimane presidente e ceo di Omnicom, Phil Angelastro rimane evp e cfo, mentre Philippe Krakowsky e Daryl Simm ricoprono il ruolo di co-presidenti e cco. Philippe Krakowsky, Patrick Moore e E. Lee Wyatt Jr. della ex Interpublic sono anche entrati a far parte del board di Omnicom. Il team di leadership completo della società sarà annunciato il 1° dicembre.
Secondo i termini dell’accordo, gli azionisti di Interpublic hanno ricevuto 0,344 azioni Omnicom per ogni azione ordinaria Interpublic che possedevano. Gli azionisti della ex Omnicom possiedono circa il 60,6% della società combinata e gli azionisti della ex Interpublic possiedono circa il 39,4%, su base completamente diluita. La società combinata, con un fatturato combinato pro forma superiore a 25 miliardi di dollari, sarà quotata con il simbolo OMC alla Borsa di New York.
La società ha inoltre comunicato che il Cda di Omnicom ha aumentato il dividendo trimestrale della società a $0,80 per azione ordinaria in circolazione, o $3,20 per azione ordinaria in circolazione su base annua, vale a dire un aumento di $0,10 e $0,40 per azione, rispettivamente, rispetto ai precedenti dividendi trimestrali e annuali della società.
Come già annunciato, Omnicom si aspetta di risparmiare 750 milioni di dollari grazie alle sinergie della fusione e fin ora sono oltre 6000 i licenziamenti programmati dai due gruppi nei mesi scorsi fino a fine anno, 3.200 da parte di IPG e 3.000 da parte di Omnicom. Qualche sigla storica potrebbe sparire dal mercato, come si è vociferato nei giorni scorsi riguardo a Ddb – il gruppo non ha né confermato né negato, dicendo che sta valutando lo stato delle sue agenzie – e come sta accadendo a Futurebrand. Adweek suggerisce anche che Omnicom potrebbe acquistare alcuni operatori in ambito retail media per sfidare la leadership di Publicis nel settore commerce.





