Intelligenza artificiale e circolazione generazionale insieme per governare diffidenze e scorciatoie dell’intelligenza umana

Anche il racconto di marca è messo alla prova dall’ingresso dell’IA che alza il rischio di polverizzazione di senso, significato e storia del brand

di Francesco Morace, presidente Future Concept Lab

Francesco Morace

La società italiana si dimostra sempre più intergenerazionale e sarebbe importante far leva su questa specificità per affrontare un futuro che sempre più sarà plasmato dall’intelligenza artificiale: è infatti impensabile misurarsi con questa sfida senza solide alleanze tra generazioni.

Possiamo definirla Transfert Generation: una tendenza che implica la capacità di generare meccanismi di transfert (dai più giovani ai più adulti e viceversa) alimentando, da un lato, l’educazione digitale dei più maturi e, dall’altro, un’attitudine alla memoria dei più giovani, per governare le diffidenze nei confronti di una IA generativa che tanto spaventa i più adulti, i quali temono di veder sostituita dagli algoritmi la loro intelligenza/esperienza, mentre la GenZ manifesta entusiasmo per le motivazioni uguali e contrarie: scorciatoia per velocizzare i loro impegni di studio o di lavoro, attraverso una sensibilità e curiosità particolarmente allenate.

Si tratta allora di capire con quali contenuti e progetti (non solo sostenuti dall’IA) facilitare questo transfert, che si rivelerebbe vincente per aziende e comunità. I racconti di vita e le memorie verticali, cioè la capacità di adottare filtri personali nel racconto dettagliato di un’epoca o di un accadimento, fungono spesso da catalizzatori per restituire vissuti ed esperienze che vengono poi condivise con entusiasmo, per la loro unicità e profondità.

Ponti generazionali. Allo stesso modo, i fenomeni di culto (dagli oggetti dal design iconico ai Super Eroi dei fumetti fino agli intramontabili personaggi della musica e dello sport) possono fungere da ponti generazionali, non in termini nostalgici, ma attraverso esperienze rilevanti che nello stesso tempo sono familiari alle generazioni che le hanno vissute e stimolanti per i più giovani: si tratta, in ogni modo, di diventare facilitatori emozionali in una società intergenerazionale.

Il riconoscimento e la vicinanza tra le generazioni può in questo modo davvero trovare declinazioni e modalità di intervento sempre più popolari e inclusive. Dobbiamo poi sottolineare che la tendenza Transfert Generation accetta e interpreta una condizione che lo statuto stesso della comunicazione contemporanea dei social mette in evidenza: la centralità della percezione soggettiva e collettiva.

Nella Modernità Gassosa in cui il rischio di rarefazione e polverizzazione è molto elevato, si confermano necessarie immagini potenti, visioni acute e grandi capacità di produzione immaginifica.

L’ingaggio percettivo è la regola di base, su cui si deve poi essere capaci di articolare una progressione educativa di ‘senso’ e ‘significato’ in grado di corrispondere con le generazioni più giovani. Sullo sfondo rimane valida la ricerca di senso (will to meaning) che dobbiamo imparare a riconoscere e valorizzare.

Transfert Generation. In conclusione, possiamo proporre alcune indicazioni che emergono dalla tendenza Transfert Generation: in primo luogo stimolare percezione ed esperienze memorabili che attraversano le generazioni e che fungano da attivatori emozionali condivisi nella comunità di riferimento. Una seconda strada è quella di lavorare sulle ricorrenze rituali che possono arricchire il vissuto della brand, enfatizzando l’unicità del suo paesaggio percettivo, per un inconfondibile ingaggio ‘sentimentale’.

Ciò significa anche costruire piattaforme e partnership in cui Legacy e Heritage della marca possano proporre linguaggi potenti all’insegna di un’attivazione percettiva che da personale diventa collettiva. In definitiva, in termini psicologici, si tratta di utilizzare la ‘potenza psichica del transfert’ adottandola nelle relazioni incrociate tra generazioni e garantire in questo modo la credibilità del messaggio e il riconoscimento del singolo.

In questa dimensione anche le attivazioni dell’IA saranno più semplici da apprezzare e ‘digerire’, con i più giovani nel ruolo di ‘facilitatori’ per i più adulti.

Intelligenza artificiale e circolazione generazionale insieme per governare diffidenze e scorciatoie dell’intelligenza umana ultima modifica: 2025-09-26T11:12:35+02:00 da Redazione

Related posts