Alla giornata di UPA dedicata all’influencer marketing le ricerche di YouGov, Ipsos per Stardust, Sensemaker
La sfida della fiducia emerge dalla ricerca sviluppata da YouGov per UPA analizzando lo stato di salute dell’influencer marketing per i consumatori.
Il sondaggio ha rivelato un calo della fiducia, diminuita per il 42% dei rispondenti, con differenze sostanziali a secondo della demografia – più evidente per gli over 45, più sfumata per i più giovani – che mette in difficoltà la categoria delle celebrity.
Troppi influencer e troppi contenuti, inoltre, fanno peggiorare il percepito e non mancando giudizi negativi dettati dall’invidia sociale e fiscale. Solo le esperienze positive fanno migliorare la percezione dell’influencer marketing che appare a molti un territorio senza regole.
Sulla percezione del pubblico ha insistito anche l’indagine Ipsos per Stardust, agenzia specializzata nell’influencer marketing, secondo cui la credibilità dei creator rimane stabile e tuttavia sottolinea l’importanza della professionalità e della credibilità dei creator. Il 48% degli intervistati dichiara di seguire influencer e creator, un’audience più giovane e femminile, con un’opinione quasi tripartita tra positiva (31%), neutra (36%) e negativa (29%).
C’è più pluralismo nel branded content: un anno dopo i casi Ferragni Balocco e Giochi Preziosi, l’analisi di Sensemaker sui volumi di engagement presentata durante il convegno annuale sull’influencer marketing organizzato da UPA dice che sono cresciuti come se il silenzio della celebrity abbia liberato spazi per micro-influncer e creator, come evidenziavano anche i nuovi dati di GroupM un paio di mesi fa.
Mentre le piattaforme perdono presa sulle audience più giovani, si afferma il concetto di intrattenimento in nuove forme che passano da YouTube alle CTV.
Infine, Fabiola Granier, Head of Influencer Marketing di Dentsu Creative, e Nicoletta Vittadini, docente Università Cattolica di Milano, hanno evidenziato come le piattaforme stiano diventando sempre più verticali, con meno spazio di networking e più di intrattenimento, rispecchiando la progressiva frammentazione della società, e sottolineato di non considerate l’influencer marketing come avulso dalle altre leve di marketing.