Nell’ambito di un più ampio lavoro di analisi sul ruolo che l’ecommerce può svolgere per lo sviluppo del paese, The European House – Ambrosetti ha pubblicato un position paper con cui dimostra come il commercio elettronico abbia contribuito a mitigare l’inflazione.
Sulla base di un transato B2c di oltre 48 miliardi di euro nel 2022 e una filiera con un fatturato di 70 miliardi, l’ecommerce ha contribuito a calmierare il costo della vita con la sua diffusion, è stato da stimolo ai consumi e ha supportato il potere d’acquisto delle famiglie grazie alla maggiore stabilità dei prezzi online.
Tra le evidenze, la società di consulenza nota che nonostante l’inflazione elevata degli ultimi anni (gennaio 2020 – marzo 2023), i prezzi online sono stati più stabili rispetto a quelli del paniere Istat, con una differenza di quasi 9,5 pp (Istat +15,5%, paniere online +6%).
Considerando il valore medio sull’intero orizzonte temporale, l’indice dei prezzi del paniere on-line è risultato di 2,56 punti più basso rispetto al paniere Istat.
Inoltre, secondo il position paper, prezzi dei beni venduti online riescono a trainare (verso il basso) quelli dei canali fisici in meno di un semestre, sebbene non tutte le categorie merceologiche registrino una maggiore stabilità dei prezzi online.
Di fatto, il lavoro di The European House – Ambrosetti riscontra una forte complementarietà tra il paniere Istat e quello online su circa il 10% dei consumi delle famiglie italiane. Infine, l’analisi statistica dimostra che in Italia all’aumentare di 1pp della diffusione dell’ecommerce l’inflazione diminuisce di -0,02 punti: se non ci fosse stata, l’aumento sarebbe stato più alto del 5%.