L’associazione degli investitori pubblicitari ha quantificato la crescita prevista per il 2021. Determinante sarà anche l’andamento della campagna vaccinale
UPA prevede una crescita del 4% degli investimenti pubblicitari nel 2021, in linea con le aspettative di recupero del PIL.
“Sta tornando una moderata fiducia da parte delle imprese rispetto al mercato – ha detto ieri il presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi a TG1 Economia -. Questo si tradurrà in una ripresa dei consumi e anche, auspicabilmente, a una crescita del PIL del paese. Naturalmente l’incertezza rimane, che potrà essere superata solo da un’efficace campagna di vaccinazioni”.
Il dato emerge dalla tradizionale survey effettuata in questi giorni tra gli associati.
“La pubblicità – ha proseguito Sassoli – ha storicamente anticipato le tendenze del mercato, soprattutto sul lato dei consumi, che hanno segnato nel 2020 una decisa contrazione e che, grazie all’auspicata riduzione dei contagi, potranno tornare a crescere. Molto dipenderà, a questo, punto dalla velocità del programma di vaccinazione, vera priorità del Paese”.
La settimana scorsa il presidente di UPA, in occasione della presentazione della campagna di Audioutdoor, aveva invitato le aziende a guardare con fiducia al futuro e a tornare a investire in comunicazione. “La partenza dei consumi a gennaio e febbraio non è stata problematica e quindi mi aspetto una segnale positivo anche dalla pubblicità”, aveva detto.
Secondo le stime del Barometer di Brand News (che viene elaborato sulle previsioni dei principali centri media) però, il primo bimestre dell’anno si è chiuso con il segno negativo, con tutti i mezzi in sofferenza tranne l’online. Per la tv, in particolare, il confronto è penalizzante anche per lo spostamento del festival di Sanremo, che quest’anno si è tenuto a marzo facendo registrare una raccolta pubblicitaria record di 38 milioni di euro (vedi notizia).
Faticano alcuno settori chiave come auto, bevande e food, e ovviamente turismo ed entertainment.
L’andamento di incertezza che emerge dal nostro Barometer trova peraltro conferma nei primi dati FCP del mese di gennaio, che evidenziano pesanti flessioni per radio (-34,5%) e stampa (-18,8%) e una tenuta dell’online (+0,6%).
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