Nel 2020 il New York Times ha raggiunto il traguardo di 7,5 milioni di abbonamenti, tra carta e digitale che ormai fa la parte del leone con quasi 6,7 milioni.
In particolare nell’ultimo anno sono stati sottoscritti 2,3 milioni di nuovi abbonamenti digitali, di cui 627mila nel quarto trimestre, 425mila relativi alle notizie. Sono stati proprio loro a sostenere i ricavi della testata, stabili (+0,2%) a 509 milioni nell’ultimo trimestre: in crescita del 14,7%, valgono 315 milioni, mentre la pubblicità cala del 18,7% a 139.3 milioni di dollari.
Meredith Kopit Levien, president e chief executive officer di The New York Times Company, commenta «Nel 2020 abbiamo raggiunto due traguardi chiave: i ricavi digitali hanno superato quelli della stampa per la prima volta e le entrate degli abbonamenti digitali, da tempo la nostra fonte di ricavi a più rapida crescita, sono ora anche le più grandi. Questo segna la fine del primo decennio della trasformazione del Times in un’azienda digital first basata sugli abbonamenti. Negli ultimi dieci anni abbiamo dimostrato la nostra strategia di giornalismo che valga la pena pagare; nei prossimi dieci vogliamo far scalare quest’idea. C’è un miliardo di persone che legge notizie digitali e circa 100 milioni di persone disposte a pagarle in inglese. Nel tempo, non è difficile immaginare che la base abbonati del Times possa essere più vasta di quella di oggi».
Andando a guardare più nel dettaglio i ricavi del quarto trimestre, quelli provenienti da prodotti completamente digitali sono cresciuti del 36.8% a 167 milioni di dollari (comprensivi di News, Games, Cooking e Audio), mentre quelli da stampa sono calati del 2,9% a 148.8 milioni, a causa delle minori vendite in edicola, compensati in parte dagli abbonamenti cartacei cresciuti del 2.2%.
Nel 4Q è calata anche la pubblicità digitale del 2.3%, ma niente in confronto a quella cartacea giù del 37.9%. I ricavi pubblicitari digitali valgono 90.1 milioni e sono pari a una quota del 64.7% dei ricavi pubblicitari totali dell’azienda. Appena un anno fa tale quota era del 53.8%. Il calo è dovuto a una minore richiesta di servizi pubblicitari creativi, parzialmente compensata dal programmatic advertising gestito direttamente e in open market. Il calo della stampa, a parte il trend globale di decrescita, si deve invece al disinvestimento dei settori colpiti dalla pandemia come entertainment, media e lusso.
Per il 1Q 2021, il NYT si aspetta una crescita dei ricavi da abbonamento del 15%, con quelli digitali in crescita del 35-40% rispetto al pari periodo 2020. Male invece la pubblicità, con un calo vicino al 10% in generale parzialmente compensato dalla crescita di quella digitale a bassa-media cifra singola.