La tendenza del bere premium rallenta per effetto di pressioni economiche e attenzione alla moderazione
Dopo due decenni di ascesa costante, accelerata durante la pandemia, la tendenza che ha sostenuto gli alcolici premium sta rallentando.
Dopo due decenni di ascesa costante, accelerata durante la pandemia, la tendenza che ha sostenuto gli alcolici premium sta rallentando.
La ricerca IWSR riporta che il 44% dei consumatori di bevande zero/low ha affermato di esser passato da un analcolico all’altro
Secondo le ultime analisi della società di market intelligence IWSR, la moderazione nel bere non è più solo un fenomeno di nicchia ed è ormai radicata nel mercato degli alcolici.
C’è un’evidente polarizzazione nel ritorno ai consumi fuori casa. Il consumo a casa è un evidente segno di ricerca del risparmio a fronte dell’aumentato costo della vita, qui però ci si possono permettere alcolici premium
La società di market intelligence ISWR per il 2023 prevede una crescita a volume tra l’1 e il 2%, dopo i cali che hanno contraddistinto il consumo globale di birra fino al 2021
In soccorso del vino ci sono l’influenza positiva dell’ecommerce, che continuerà a crescere, la premiumisation dei consumi e la nuova offerta di vini alternativi a basso tasso di alcol.
Un circolo virtuoso di domanda e offerta alimenta la crescita delle bevande non alcoliche in tutte le categorie, dal vino ai prodotti ready-to-drink.
I consumatori europei sono i più sobri, in cerca di strategie per affrontare la crescita del costo della vita
Il piacere della moderazione, che ha preso piede tra i consumatori e viene assecondato con sempre più numerosi lanci di bevande zero alcol, viene coltivato in mercati piccoli e dinamici.
Metà dei lanci di nuovi prodotti ready-to-drink ha un tasso alcolico superiore al 5%, si appoggia a spunti di sostenibilità e punta su concetti premium