Wavemaker stima la chiusura del 2018 con un billing in crescita del 2% secondo i dati Recma
In un mercato non particolarmente brillante, Wavemaker stima la chiusura del 2018 con un billing in crescita del 2% secondo i dati Recma che nel 2017 attribuivano all’agenzia un billing complessivo di 1,69 miliardi di euro.
La vera crescita, ha detto il CEO Luca Vergani a margine della presentazione della ricerca Momentum, è quella dei ricavi – a doppia cifra – nelle aeree dei nuovi servizi di consulenza, dal content agli eventi, dal tech al digital.
“Ci difendiamo sul perimetro classico e cresciamo sulle aree non media, che ormai valgono il 50% dei ricavi”, ha dichiarato Vergani, spiegando che il billing dell’agenzia vale ormai il 23% del mercato delle agenzie media e che quindi la crescita non può che essere allineata alla media del mercato, ma che la proposizione di Wavemaker è sempre più consulenziale. “Vorrei che le aziende ci identificassero come i consulenti da chiamare quando devono risolvere un problema di business”.
Nell’analisi di Wavemaker, gran parte del decremento degli investimenti media è stata influenzata dalle decisioni delle grandi multinazionali che hanno disinvestito in Italia e compensato invece dalle aziende italiane che hanno aumentato gli investimenti media.
Per questo l’agenzia lavora sempre più alacremente sui nuovi servizi di consulenza come l’area content, che va a integrare le competenze creative e che è cresciuta in 2 anni passando da un team di 2 persone a uno staff di 40 addetti, o la risposta alla crescente domanda dei clienti di team dedicati che Wavemaker traduce nello spostare in azienda propri addetti con il vantaggio di tagliare infiniti passaggi e rendere le risposte più veloci e agili.
Wavemaker proietta anche grandi attese sull’addressability e concentrerà gli sforzi del 2019 sull’implementazione dell’offerta di servizi in ambito precision marketing con il lancio di una divisione dedicata come quella proposta dall’agenzia in UK dove da inizio ottobre opera un hub di esperti con competenze trasversali focalizzati sulla trasformazione digitale dei brand. Un’area, quella del precision marketing, che “è stata sollecitata da alcune aziende a livello internazionale, da cui sono discesi anche progetti locali”.