I ricavi netti di WPP nel primo semestre di quest’anno sono incrementati dello 0,1%, a quota 7,2 miliardi di sterline con un utile operativo di 423 milioni di sterline, mentre il Q2 segna una flessione dello 0,5% al netto dei costi.
Sui risultati del secondo trimestre pesano il crollo sul mercato cinese (-24,2%) e il calo su quello britannico (-5,3) parzialmente compensato dal +2% del Nord America e dal + 9,1% dell’India.
Secondo il comunicato della holding, nel primo semestre i primi 10 clienti sono cresciuti del 2,5% grazie anche al buon andamento dei settori largo consumo, elettronica di consumo e automotive, ma sui risultati continuano a pesare i minori investimenti dei clienti nel settore della tecnologia e la perdita di clienti nel settore retail, non ancora compensati dalle nuove acquisizioni (AstraZeneca, Colgate-Palmolive e J&J).
Intanto proseguono le iniziative strategiche, con il lancio di nuovi prodotti e soluzione nell’ambito di WPP Open, il ‘sistema operativo basato sull’IA e su cui WPP aveva annunciato 250 milioni di sterline di investimenti, e la strategia di risparmi mirati che hanno toccato Burson e VML e toccheranno GroupM con un processo di “semplificazione”, come lo ha definito il CEO Mark Read.
GroupM che insieme a Ogilvy e Hogart ha trainato la crescita del secondo trimestre, ha aggiunto Read.
WPP ha anche annunciato di aver trovato un accordo per la vendita al fondo di investimenti KKR della sua quota di maggioranza in FGS Global, polo della comunicazione finanziaria con una valutazione di 1,7 miliardi di dollari e un incasso totale per WPP di 604 milioni di sterline al netto delle imposte, proventi che saranno utilizzati per ridurre il debito.
Il gruppo britannico sta anche ragionando sull’ipotesi di cedere anche la quota residua del 40% in Kantar, mentre le previsioni per l’intero anno sono state riviste al ribasso a causa della pressione in Cina e dell’incertezza nel contesto macro-economico.