Il finanziere è sospettato di aver utilizzato strutture della società Havas per sostenere in Togo e in Guinea l’ascesa di manager in grado di favorire la concessione di terminali portuali nei due paesi
Vincent Bolloré è in stato di fermo a Nanterre nell’ambito di una indagine su casi di sospetta “corruzione di agenti pubblici stranieri”, legate a operazioni condotte dal suo gruppo in Africa.
Secondo il quotidiano ‘Le Monde’, Bolloré sarebbe stato convocato dalle autorità di Nanterre su richiesta di magistrati che sospettano che i vertici del gruppo abbiano utilizzato strutture dell’agenzia di comunicazione Havas per sostenere in Togo e in Guinea l’ascesa di manager in grado di favorire la concessione di terminali portuali nei due paesi.
L’ipotesi – scrive l’Ansa – è che Havas abbia fornito consulenze e consigli per sostenere l’arrivo al potere di alcuni dirigenti africani in cambio delle concessioni.
Oltre a Bolloré sarebbe stato richiesto il fermo anche per il direttore generale Gilles Alix e per Jean-Philippe Dorent, responsabile internazionale di Havas.
Il Gruppo Bolloré “smentisce formalmente le irregolarità” che sarebbero state compiute dalla sua filiale SDV Africa fra il 2009 e il 2010. In una nota si sottolinea come la loro audizione “permetterà di fare chiarezza” su questioni già “oggetto di una indagine indipendente che ha evidenziato la assoluta regolarità delle operazioni”.
Il gruppo – riporta Adnkronos – afferma come i sevizi relativi alle fatturazioni fittizie contestate dalla magistratura “sono state effettuate in assoluta trasparenza”. Nella nota si sottolinea come l’indagine segua la “denuncia di un ex dipendente condannato per appropriazione indebita a 3 anni e 9 mesi di reclusione e a un risarcimento danni da circa 10 milioni di euro”.