Intervista con il Ceo di Stagwell Italia Diego Ricchiuti. Nelle prossime settimane verranno ufficializzati i primi clienti e la squadra di una dozzina di persone
Nel corso di gennaio verrà definito il team iniziale e nelle prossime settimane già potrebbero essere annunciati i primi clienti. Sono i primi passi del network Stagwell in Italia, dopo l’annuncio dell’apertura nel nostro Paese e della nomina a Ceo di Diego Ricchiuti.
Insieme a lui faranno parte della nuova società anche Nicola Rovetta come Chief Creative Officer e Luca Grigolli con il ruolo di Chief Experience Officer, riformando il leadership team com’era in MullenLowe Italia (IPG), ora alla guida di una struttura che entro fine mese dovrebbe comprendere una dozzina di persone. La sede operativa è in via Mazzini 9, a Milano.
Abbiamo chiesto a Diego Ricchiuti di raccontarci come intende operare Stagwell in Italia e quali saranno i punti di forza del network in rapida crescita nei mercati extra Nord America. «Stagwell ha chiuso l’anno scorso con 11 acquisizioni e, in controtendenza rispetto al mercato, si sta espandendo in virtù del fatto che è relativamente giovane, nato negli Stati Uniti nel 2015. Ora ha iniziato a svilupparsi anche al di fuori degli Usa aprendo un hub in Europa, a Londra, e acquisendo società in altri paesi europei e in Asia».
È di pochi giorni fa la notizia dell’acquisizione della società di marketing giapponese ADK Global, che permetterà a Stagwell di presidiare i mercati asiatici con uffici locali e 2.000 persone.
I servizi spaziano in quattro aree, grazie ai numerosi brand d’agenzia nella costellazione di Stagwell: tra questi agenzie creative famose come 72andsunny, Anomaly, Forsman & Bodenfors “ma non solo – aggiunge Ricchiuti -. Abbiamo il media con Assembly, le ricerche, le PR con Allison, un digital molto forte e una parte di innovazione che include le tecnologie di AI, la trasformazione digitale e tutto ciò che è nuovo: un elemento che caratterizza il gruppo in maniera importante, un tratto che lo rende nativo dell’innovazione e della modernità. Per me è questa la vera dimensione di novità rispetto al mondo delle holding di advertising storiche nelle quali ho sempre lavorato».
Il manager ha lavorato molti anni in Omnicom (Tequila\Tbwa) e in Interpublic (Fcb, Golin e in ultimo MullenLowe, con il ruolo di Ceo dal 2015 fino a ora).
«Nel mercato Italia c’è tantissimo da fare – spiega Ricchiuti -: cominceremo con lo sviluppo dell’advertising e dei contenuti, per i quali possiamo contare sul supporto di agenzie internazionali fortissime, passando al media, alle pubbliche relazioni e alla trasformazione digitale con il sostegno delle tante sigle parte del gruppo, anch’esse in piena crescita e sviluppo. L’obiettivo è sviluppare il mercato italiano come mercato di riferimento per l’Europa attraverso un percorso che tiene in considerazione il nostro contesto, con la specifica volontà di lavorare soprattutto in alcune aree innovative e utilizzando in maniera molto importante le sinergie tra le varie location dove le persone lavorano».
Un modello trasversale, dunque, in cui i talenti collaborano a prescindere dal luogo dove lavorano. «Vogliamo essere un network moderno, interpretando in maniera innovativa questo tipo di logica, quella del collettivo, e valorizzando la presenza di talenti in Italia» spiega il Ceo. Contando sul supporto e sulla regia del team italiano, i clienti potranno avvalersi dei talenti di agenzie internazionali celebri e di team di specialisti assemblati su misura per le loro necessità.
Riguardo all’affiliazione con Caffeina, questa è ancora attiva, “era nata tanti anni fa per rispondere a una necessità specifica nata in quel momento, ma al momento non c’è nessun progetto aperto”.
F.B.