Publicis Groupe ha annunciato la cessazione con effetto immediato delle operazioni e degli investimenti in Russia, a seguito della guerra in Ucraina.
Il gruppo ha confermato che cederà la proprietà delle sue agenzie al management locale, in particolare a Sergey Koptev, founding chairman di Publicis in Russia, con l’impegno esplicitato nero su bianco nel contratto di assicurare un futuro ai dipendenti del gruppo nel paese.
Arthur Sadoun, ceo & chairman di Publicis Groupe, ha dichiarato che il gruppo ha condannato l’aggressione all’Ucraina sin dall’inizio del conflitto e in queste settimane ha lavorato a una exit strategy dalla Russia. Nei giorni scorsi, infatti, molti nel settore si erano chiesti perché all’uscita di Wpp e Accenture Interactive dal mercato russo non fossero seguite altre prese di posizione dalle grandi holding al di là della condanna e delle attività di supporto ai colleghi ucraini. «Ci siamo impegnati con azioni forti che rispondono pienamente alla gravità della situazione. Ma eravamo anche determinati a prenderci il tempo necessario per trovare una soluzione che mettesse al primo posto le persone, perché anche i 1200 dipendenti in Russia sono la nostra gente. Non potevamo semplicemente abbandonarli» ha detto Sadoun.
Riguardo ai 350 colleghi ucraini, il gruppo sta lavorando per trasferirli in altre sedi, dando loro un supporto finanziario con piena retribuzione fino a fine anno e fornendo assistenza medica, psicologica e per i visti.
Lunedì anche IPG ha annunciato la cessazione delle operazioni in Russia attraverso una lettera a tutti i dipendenti della holding da parte del ceo Philippe Krakowsky pubblicata su LinkedIn. In Ucraina IPG è attiva attraverso agenzie affiliate, i cui dipendenti stanno in parte lasciando il paese per essere accolti dalle agenzie del gruppo nell’Europa dell’Est. Anche in questo caso, IPG li sta assistendo dal punto di vista economico e operativo.
Quanto alla Russia, l’azienda in queste settimane ha valutato diverse opzioni, un po’ per non abbandonare i 200 colleghi russi e in parte perché, non avendo attività media, si riteneva certa di non finanziare i media dello stato. Tuttavia l’intensificarsi del conflitto, il fallimento dei negoziati e il bombardamento di civili hanno spinto IPG a decidere di cessare le attività. Ai dipendenti russi verrà corrisposta una retribuzione per i prossimi 6 mesi, nel frattempo IPG lavorerà per cedere le attività al management locale e garantire continuità del lavoro ai clienti non russi ancora attivi sul mercato.