Intanto l’Art Directors Club Italia ricostruisce i fatti e prepara l’assemblea generale il 18 luglio per condividere le linee d’azione concrete per contrastare sessismo e molestie
UNA, Art Directors Club Italia e Osservatorio Branded Entertainment hanno annunciato una collaborazione inter-associativa per promuovere la cultura della responsabilità sociale nel settore della comunicazione.
Dopo le prese di posizione sul tema delle molestie e degli abusi, UNA, Adci e OBE unite vogliono passare a “un’azione concertata e concreta, che sia agente di cambiamento culturale, sistemico e definitivo”, con la creazione di percorsi e soluzioni al servizio della comunità della comunicazione, “siano essi uomini, donne, agenzie, aziende, stakeholder pubblici e privati”.
Di fatto, la definizione della strategia e del piano di azione è prevista per la fine di settembre e il tavolo di lavoro prevede “di costruire proposte utili attraverso la creazione di una rete con altre associazioni riconosciute sul mercato come autorevoli nel campo delle discriminazioni e delle molestie di genere”.
Davide Arduini, presidente di UNA, Stefania Siani, Presidente Adci, e Laura Corbetta, Presidente OBE, hanno ribadito l’importanza di focalizzarsi sui principi deontologici, etici e di trasparenza, collaborando per supportare le agenzie, favorire un cambiamento culturale, proteggere il capitale umano.
Il tavolo di lavoro è aperto a tutte le associazioni di settore che desiderano partecipare al dialogo, condividere posizioni e visioni, in modo da ampliare il più possibile il raggio di azione e l’impatto delle soluzioni che verranno discusse, realizzate e monitorate grazie a esso.
Nella serata di ieri Adci ha pubblicato una nota sulla sua posizione sul caso Me Too esploso sui social
Il consiglio dell’Art Directors Club Italia sta preparando l’assemblea generale convocata il 18 luglio per condividere con tutti gli associati le linee d’azione concrete predisposte per “proteggere tutti i professionisti vittime di molestie e sessismo”, informa una nota condivisa anche sul blog.
Nella stessa nota, l’Adci risponde anche alle accuse diffamatorie mosse in questi giorni all’associazione, ribadendo l’atteggiamento “di tolleranza zero verso ogni comportamento discriminatorio, denigratorio, sessista, razzista o comunque lesivo della dignità e delle libertà di tutta la comunità dei creativi” e ricostruisce i fatti relativi sia alla recente espulsione di Pasquale Diaferia, sia alle azioni passate di Adci e dei past president Massimo Guastini e Vicky Gitto e i rispettivi consigli.
“Non è assolutamente vero che l’Adci non ha mai fatto nulla”, ribadisce l’associazione, definendo questa accusa “un’informazione diffamatoria” e “prima di ogni altra cosa, un’informazione falsa”.
Sottolineando il coraggio della socia Giulia Segalla e augurandosi che “abbia la forza di ispirare chiunque abbia subito simili traumi”, l’Adci ribadisce che tutelerà “la parte sana, che è grande, dei creativi italiani senza abdicare ai valori della democrazia”, rifiutando processi sommari e indiziari.