Con una scarna nota il board di WPP ha annunciato di aver incaricato uno studio legale indipendente di indagare la condotta personale del CEO Martin Sorrell, accusato di aver fatto uso improprio dei fondi dell’azienda.
Sorrell ha respinto ogni accusa aggiungendo che è pieno diritto della società indagare e chiarire il fatto: “Rigetto l’accusa senza riserve ma riconosco che la società debba investigare su di essa. Confido che questo processo sarà completato a breve. Ovviamente non ho alcun ruolo nella gestione dell’indagine in corso”.
Anche se i rumors dicono che la somma in oggetto sia ‘irrilevante’, se l’indagine confermasse qualche irregolarità potrebbe giungere al termine l’era Sorrell in WPP.
Quello che oggi è il più grande gruppo della comunicazione a livello globale è stato costituito da Martin Sorrell nel 1985, appena uscito da Saatchi & Saatchi dove era CFO, sulla base di un’azienda chiamata Wire & Plastic Products che produce cestini in plastica per la cucina (per curiosità, esiste ancora con il nome di Delfinware, all’interno della galassia WPP, e produce sempre cestini per le stoviglie). Nel giro di due anni WPP ha iniziato a compiere acquisizioni nel settore marketing e pubblicità e, da un ufficio con due persone, nel corso di 30 anni si è trasformata in un gruppo multinazionale con 134mila dipendenti in oltre 100 paesi.
Sorrell, 73 anni, è oggi uno dei principali leader nel mondo dell’economia e non ha mai preso in considerazione di andare in pensione. Tuttavia della sua successione alla guida del gruppo si discute da anni e, come dichiarato dal chairman di WPPRoberto Quarta negli ultimi anni, la ricerca di un profilo adeguato si è intensificata. Se questa è la prima volta che il manager viene messo sotto indagine, più volte il board si è espresso criticamente nei suoi confronti: mai però riguardo alla qualità del lavoro, quanto per le sue remunerazioni faraoniche, che hanno toccato nel 2015 la cifra record di 70,4 milioni di sterline.