E’ venuto a mancare Maurizio D’Adda, uno dei creativi più importanti e influenti nella storia della pubblicità italiana.
D’Adda, di estrazione copywriter, ha firmato moltissime campagne pubblicitarie entrate nella memoria degli italiani. Ha iniziato a lavorare in pubblicità nel 1975 in Complan, Dorland, Tbwa per poi passare in Ata Univas. Approda successivamente in Saatchi & Saatchi dove diventa direttore creativo e vicepresidente e nel 1994 alla Young & Rubicam, con le stesse cariche.
Nel 1997 fonda la D’Adda, Lorenzini, Vigorelli che nel 2003 con l’unione con Bbdo Italy diventa D’Alv Bbdo.
Tra le sue attivita’ extra adv citiamo anche lo slogan di Sanremo “Comunque vada sarà un successo” e la canzone 44 Gatti.
Nel 2014, con un’ovazione da parte di tutta la comunità di creativi riunita a IF! Italians Festival, è stato celebrato il suo ingresso nella Hall of Fame dell’Art Directors Club Italiano. Lo ricordiamo con le parole di Luca Scotto di Carlo pronunciate proprio in quell’occasione.
“La cosa migliore che può capitare a un creativo non è vincere un premio.
E’ avere un buon maestro.
E a me è capitato due volte: con Emanuele Pirella e con Maurizio D’Adda.
Ma se Emanuele ha rappresentato la primavera del mio copywriting, Maurizio è stato la mia estate.
Perché d’estate si sorride in continuazione, avvertiamo l’energia dentro di noi e ci sentiamo carichi di positività: sembra tutto più facile.
E così, Maurizio: parlavo con lui in agenzia ed era effettivamente tutto più facile. Come d’incanto sparivano le scadenze a ridosso e le seghe mentali.
La sua capacità di arrivare in un batter d’occhio alla soluzione mi ha sempre affascinato, così come la sua abilità di trovare ogni volta la chiave per rendere ogni riunione una discesa e mai una salita insormontabile – come spesso capita ai negativi cronici. Quelle riunioni alla fine delle quali tutti si guardano e dicono: “Ma certo, come ho fatto a non pensarci io?”
“La rima arriva prima” mi diceva quando snocciolava uno dei suoi slogan che faticavano ad accettare la definizione ‘claim’, giocando con leggerezza con le parole in quel modo tutto suo, un po’ come fanno gli anglosassoni da generazioni e non solo nella pubblicità ma anche nella musica o nelle serie tv. (cfr. Dumb ways to die)
Perché l’obiettivo di Maurizio è sempre stato non solo quello di parlare alle persone ma di raggiungerle, di interessarle e di intrattenerle, di mettersi sul loro stesso piano e poi sorprenderle.
Sembra facile a parole, ma solo se le parole sono le sue.
Grazie di tutto, Maurizio”
I funerali si terranno oggi giovedì 10 maggio alle ore 14.45, presso la Chiesa del Suffragio in Corso XXII Marzo a Milano.