I peccati capitali della pubblicità, dalla confessione all’ispirazione

Il sito The Creative Confessional accoglie le confessioni anonime (quando più, quando meno probabili) dei creativi, al pubblico spetta condannarli o assolverli. Spunti di una sana autocritica per il settore, che a volte produce buone idee

Peccati veniali e capitali del mondo pubblicitario hanno trovato la loro strada. Un confessionale rigorosamente anonimo, The Creative Confessional, che accoglie i gesti più orribili e scorretti commessi di chi lavora in questo settore, e al pubblico il compito di assolvere o condannare il peccatore tramite voto. E tra i peggiori (rubare le idee agli junior e chiedere sesso in cambio di lavoro) viene un tale che confessa di aver appena finito, all’alba del 18 gennaio, un sito in Flash e uno che apprezza, dopotutto, la font Comic Sans, ma non sono certo questi i peccati più interessanti. Un divertissement che farà riconoscere molti nelle anonime confessioni.

I ‘peccati’ capitali dei professionisti del marketing e della pubblicità sono stati anche d’ispirazione per campagne che hanno fatto notizia. Da sinistra ‘Buyral’ (buy+viral), idea autopromozionale dell’agenzia canadese John St che racconta come fanno certi video ad avere tutte quelle views. Truffaldine, è chiaro. Il sito http://buyral.ca/ monitora anche i video ‘buyralizzati’. Adobe invece ha puntato il dito sulle buzzword, le parole che nelle presentazioni fanno tanto effetto ma in realtà non vogliono dire nulla, per promuovere la validità della sua offerta dedicata ai responsabili marketing.

Buyral, per falsificare views e click

 

Adobe Buzzwords, per vendere fumo

http://youtu.be/gjsT-z16vR0

 

I peccati capitali della pubblicità, dalla confessione all’ispirazione ultima modifica: 2013-01-28T13:58:25+01:00 da Redazione

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