Dice che il fatto di essere neozelandese ed emigrata in Usa l’ha molto aiutata ad avere uno sguardo distante sulle cose, così come il distacco con cui ha affrontato l’incarico di Global Lead Metaverse Studios di Accenture, perché pensava che il metaverso fosse solo una ‘buzz word’.
Emma Cochrane ha portato la sua lecture a IF! Festival centrandola sul valore e sui valori del metaverso ed esplorandone i differenti livelli grazie all’esperienza di The Nth Floor, il metaverso proprietario di Accenture.
Cochrane ha descritto e mostrato il metaverso come un “internet di luoghi”, in cui è importante tener conto di tracciabilità e controllo, dove ci si muove “in between”, con una spinta alla partecipazione e alla creazione di community, dove la dimensione umana deve essere al centro del metaverso che si vuole costruire. “Stiamo già sperimentando il metaverso, in un modo o in un altro”, ha detto Cochrane sottolineando che non si tratta solo di dispositivi, di gaming, AR e VR, ma di un insieme che permette di creare luoghi dove incontrarsi.
Al di là del valore economico, stimato in 180 miliardi di dollari di ricavi nel 2021, proiettato a 800 miliardi nel 2024 e a 1.300 miliardi nel 2030, per la Global Lead Metaverse Studios di Accenture “valore significa qualunque cosa possa migliorare una proposizione, un’organizzazione, un business”.
Esplorando valori tangibili e intangibili, gli stessi del mondo reale perché un brand non può essere diverso da quello che è e deve stare molto attento all’identità e al modo in cui interagisce, Cochrane ha sottolineato che il metaverso amplifica i pericoli di internet e che la declinazione di gentilezza (il tema di quest’anno di IF! Festival, ndr) non è altro che rispondere ai desideri delle persone di sicurezza, trasparenza e fiducia. Forse perché Accenture sta sperimentando il metaverso soprattutto nel mondo del lavoro, creando ambienti di condivisione e incontro e restando lontana dall’hype del momento, Cochrane suggerisce di guardare con attenzione le esperienze delle ONG nel metaverso. “Gli esseri umani costruiscono la tecnologia, non il contrario”, ha ribadito, e il metaverso rifletterà chi lo progetta, per questo “la dimensione umana della responsabilità deve essere al centro del metaverso che vogliamo costruire”.