Pil digitale raddoppiato e crescita dell’e-commerce per far ripartire il Paese. Il ruolo del venture capital
Digital Magics, l’incubatore di internet startup, e Grafo Ventures hanno presentato ieri presso lo Stadio San Siro a Milano il D.Summit – www.dsummit.org – il Summit italiano sui Media Digitali. Un’occasione in cui i principali protagonisti del mercato, media company, agenzie media, investitori e opinion leader, si sono confrontati su evoluzioni, trend e opportunità dell’industria digitale in Italia. L’appuntamento, che ha registrato la partecipazione di oltre 200 professionisti del mondo industriale e finanziario, ha come obiettivo quello di definire e comprendere lo stato dell’arte del mercato per realizzare, dall’Italia, progetti innovativi in grado di distinguersi e competere anche a livello internazionale.
“L’economia italiana è alla soglia di una grande sfida, essenziale per lo sviluppo, ovvero quella di raddoppiare il nostro pil digitale entro il 2015. La filiera della digital industry soffre però della crisi dei media tradizionali, la carenza di risorse finanziarie per l’innovazione e la pressione dei grandi operatori internazionali – ha dichiarato Enrico Gasperini, presidente di Digital Magics – un insieme di azioni di rafforzamento del nostro ecosistema fatto da nuove norme, dal consolidamento del settore della ricerca e del venture capital, dalla collaborazione con gli operatori industriali e da iniziative collettive di filiera, può sviluppare il mercato in tempi rapidi. In questo ambito nasce il D.Summit e Digital Magics si propone nel ruolo di incubatore per stimolare operatori industriali, web company e venture capitalist per un’agenda per la crescita della filiera italiana digitale”.
360 Capital Partners, 4w MarketPlace, Aegis Media, Atlante Ventures, Connect Ventures, De Agostini, Gruppo 24 Ore, L’Espresso, Innogest, Matrix, Mediaset, Meta Group, Populis, Principia, Rcs MediaGroup, Telecom Italia, Triboo, Wpp e molti altri sono intervenuti sulla possibilità di fare innovazione digitale in Italia. Puntare sulle startup e sui giovani, adottare opportuni interventi fiscali, favorire la ricerca e il venture capital, coinvolgere l’industria, creare alleanze di sistema, progettare aziende in grado di diventare leader europee e non solo locali, fondare la Silicon Valley italiana: questi i temi che sono stati affrontati durante il D.Summit.
Lo scenario italiano
In Italia il Pil digitale si aggira intorno al 2%, un terzo rispetto a Germania e Francia. L’advertising vale circa 1,1 miliardo di euro, una quota del 13% contro il 20% della gran parte dei Paesi europei. L’e-commerce pesa solo il 2% del retail: il mercato italiano (8 miliardi) è un sesto rispetto a quello inglese (oltre 51 miliardi), un quarto di quello tedesco (34 miliardi) e meno della metà di quello francese (20 miliardi). Solo il 4% delle Pmi italiane vendono online, mentre la media dell’Unione Europea è del 12%. Il ritardo sullo sviluppo della banda larga costa all’Italia circa l’1% del Pil. Anche per quanto riguarda il venture capital – che in ogni altro Paese del mondo rappresenta il motore principale di investimento per l’innovazione e per la crescita economica e occupazionale – l’Italia è fanalino di coda. Ad oggi l’investimento di capitale di rischio in Italia è il più basso in Europa e corrisponde a un sesto della media europea, che a sua volta è un sesto degli Usa. La penetrazione della rete fra i cittadini in Italia invece fa registrare un gap delle audience e degli molto minore rispetto agli altri indicatori economici. L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di telefoni cellulari e con la maggior diffusione di dispositivi mobile: il 30% degli italiani possiede uno smartphone, percentuale che raggiunge il 47% nei giovani. Il 63% delle famiglie italiane sono connesse (in Europa sono il 73%), e circa il 50% della popolazione usa regolarmente internet dal pc.