Secondo la managing director e partner di Bcg Paola Scarpa l’inefficienza nelle campagne con la sparizione dei cookies è stimata nell’ordine del 1-5%
La dismissione dei cookie di terza parte da parte di Google Chrome obbligherà le aziende a prendere delle decisioni strategiche per salvaguardare l’efficienza degli investimenti pubblicitari.
«I cookies di terza parte sono il sistema su cui si è basato il mondo digitale negli ultimi 20 anni – spiega Paola Scarpa, managing director e partner di Boston Consulting Group, con un passato proprio in Google -. Venendo a mancare, i bersagli di comunicazione saranno più sfocati. Questo provocherà un’inefficienza nelle campagne con un impatto medio stimabile secondo alcuni studi tra l’1% e il 5% del fatturato delle aziende. Gli effetti potranno essere rilevanti perché potrebbero comportare una perdita di quote di mercato».
Ma, come spesso accade, da un potenziale problema possono nascere delle opportunità.
«Le aziende dovranno accelerare la strategia finalizzata alla raccolta di dati di prima parte – ha continuato Paola Scarpa, presente a Linkontro di NIQ – una certa quantità sarà già in loro possesso attraverso l’efficacia del lavoro sul digitale, ma una parte dovrà essere probabilmente acquistata. Ed essendo un costo rilevante è importante capire cosa serve veramente. Occorre individuare la giusta piattaforma tecnologica dove inserire i dati e ovviamente una strategia interna e una coordinazione perché l’IT deve parlare con le business unit. Servirà poi modellare questi segnali e la IA potrà aiutare nella personalizzazione dei messaggi e nella messa a fuoco dei diversi target per aumentare l’efficienza della comunicazione».
Il processo che sta spingendo le aziende a portare all’interno i dati come bene irrinunciabile è da tempo sempre più di attualità.