Urbano Cairo non rilancia: il prezzo dell’offerta pubblica di scambio per Rcs non cambia. Le critiche, più o meno velate, arrivate dai soci forti del gruppo che edita il Corriere della Sera non cambiano le intenzioni del patron de La7 che detiene il 4,72% di Rcs. “Questa è la mia offerta, non è modificabile”, ha detto ieri a margine dell’assemblea degli azionisti di Cairo Communication.
“La mia è stata un’offerta lungamente meditata, considerato il debito non piccolo di Rcs e la cassa bruciata in questi anni, io ho ritenuto questa offerta assolutamente congrua. Non mi sembra poco, non voglio convincere nessuno, il mercato è sovrano e valuterà”.
Oggi – scrive Adnkronos – ci sarà il deposito del prospetto dell’offerta, poi la Consob ha i suoi tempi per vagliare il documento, quindi l’Ops “potrebbe” partire a giugno. Ci sono stati “abboccamenti” tra le banche creditrici di Rcs e Urbano Cairo. Da parte degli istituti di credito, cui sono rivolte alcune delle condizioni dell’operazione, “c’è disponibilità. Procederemo a incontri nei prossimi giorni”, svela.
Tra Rcs e Cairo Communication “a oggi non è prevista una fusione, ha detto Cairo. “Non è prevista anche perché Rcs é un’azienda che conosciamo bene, ma non in maniera cosi approfondita per una fusione. A oggi non c’é nessuna ipotesi di fusione, in futuro si vedrà”. Nei piani di Cairo, Rcs conserverà il perimetro attuale e non ci saranno cessioni, ricordando come nel comunicato dell’8 aprile scorso “tutto viene mantenuto, ho indicato di non voler fare altro che gestire l’azienda e – conclude – non ho indicato l’intenzione di fare cessioni”.