Lo ha annunciato ieri al Mia di Roma il direttore della rete Stefano Coletta
RaiTre nel 2018 riporterà l’intrattenimento in prima serata. Ad annunciarlo è stato il direttore della rete Stefano Coletta durante la prima giornata del MIA, il Mercato internazionale dell’audiovisivo che si è aperto ieri a Roma.
«Da anni a Raitre manca la leggerezza e la satira – ha detto Coletta – forse non c’è più neanche nella realtà. Voglio riportare l’intrattenimento in prima serata su Raitre, già abbiamo individuato quale sarà, una serata di leggerezza dovrà arrivare su Raitre, me la sono imposto come medicina. E questo porterà cambiamenti anche nel daytime».
Non solo: «Penso – ha detto Coletta, che ha anche annunciato per maggio 2018 un documentario su don Ciotti in occasione della giornata della legalità – che Raitre debba parlare a tutti, negli ultimi anni non abbiamo parlato a tutti, abbiamo elevato la posta ed esasperato la ripetizione di generi. Voglio riportare i generi su Raitre. A Raitre voglio raccontare l’ambivalenza individuale e sociale. A me piacerà raccontare con lo storytelling le trasformazioni identitarie che stanno avvenendo nella nostra società. Racconteremo il cambio di genere: su una tv di servizio pubblico è arrivato il momento di parlare di sesso con consapevolezza».
Precisando di essere operativo dal primo settembre scorso ma che solo da febbraio si vedranno i frutti del suo lavoro, Coletta ha spiegato che la prima grande diversità del palinsesto autunnale di Raitre è la giornata del giovedì dedicata ai grandi documentari. «Abbiamo iniziato con il documentario Stone-Putin che in prima serata è arrivato al 5% battendo marchi consolidati. E stasera avremo la prova del nove con ‘Life, animated’, il film documentario della Disney su un bambino affetto da autismo. Poi giovedì prossimo sarà la volta di ‘Going, Clear’, il documentario su Scientology. Ma è comunque la prima volta che uno dei canali generalisti fa una serialità sui documentari. Raitre sta vivendo una trasformazione epocale soffriva da tempo di immobilismo di palinsesto a causa di marchi longevi di successo che era difficile cambiare. L’improvvisa defezione di Fabio Fazio si sta dimostrando per noi in un’opportunità: i numeri cui “Che tempo che fa” era arrivato dopo 14 edizioni erano enormi per Raitre ma non dimentichiamo che era partito dal 5% che in prima serata era comunque un successo e poi negli anni è cresciuto».