Con un comunicato congiunto, Bouygues, RTL Group, TF1 e il gruppo M6 hanno annunciato l’abbandono del progetto di fusione dei gruppi TF1 e M6, annunciato nel maggio del 2021. La decisione è stata presa dopo l’audizione da parte del Collège de l’Autorité de la Concurrence per difendere interesse e necessità dell’operazione.
Nonostante i pesanti tagli proposti dalle parti, si legge nel comunicato, sembra che “il solo rimedio strutturale” fosse la cessione di uno dei due canali, facendo cadere la logica industriale dietro il progetto di fusione.
Se i due broadcaster deplorano di concerto che l’Autorità della concorrenza francese “non ha preso in considerazione l’ampiezza e la velocità della trasformazione del settore audiovisivo francese”, l’authority prende nota della decisione – anche se la sua pronuncia era prevista in ottobre – e ribadisce la posizione sfavorevole di fine luglio.
Nel suo comunicato sostiene che lo sviluppo dei servizi VOD non mette in discussione il potere della TV lineare sulla popolazione francese nel suo complesso e pure sui principali target commerciali e sottolinea che in questo contesto, l’operazione avrebbe potuto generare importanti rischi concorrenziali, in particolare nei mercati della pubblicità televisiva e della distribuzione dei servizi televisivi”, in particolare per il forte rischio di aumento del prezzo degli spazi pubblicitari.
Bertelsmann, azionista di RTL Group, dovrà ora trovare un nuovo acquirente per M6, la cui licenza di trasmissione scade nel maggio 2023: una volta rinnovata la licenza, qualsiasi cambio di azionista sarà vietato per 5 anni. Secondo la stampa francese il dossier interesserebbe ad Altice, Mediaset, Vivendi e Daniel Kretinsky, azionista indiretto di Le Monde.