La ricerca annuale dell’authority britannica Ofcom sull’uso dei media di genitori e figli rileva l’alta penetrazione dei tablet tra i ragazzini. Un fenomeno che stimola comportamenti multiscreen
I ragazzini britannici stanno progressivamente rinunciando ad avere il televisore nelle loro camerette e per guardare i programmi preferiti preferiscono usare il tablet: è una delle novità riscontrate dall’authority Ofcom nel suo report annuale sull’uso dei media di genitori e figli in Gran Bretagna.
Secondo gli ultimi dati, circa un terzo dei ragazzi tra i 5 e i 15 anni possiede – letteralmente, nel senso che non usa quello dei genitori – un tablet, contro il 20% dell’anno scorso e addirittura l’11% dei bambini tra i 3 e i 4 anni, contro solo il 3% del 2013. Mentre la presenza della TV in camera è calata del 20% negli ultimi cinque anni. Il 20% dei ragazzini usa il tablet per guardare la TV live, mentre il 33% lo usa per la TV on demand. L’aumento nell’uso del tablet va di pari passo con il declino o la stagnazione nell’utilizzo di altri strumenti – come il televisore e il computer e persino le console, visto che il tablet viene usato sempre più spesso anche per giocare, mentre cresce la presenza delle smart TV che ormai è arrivata a quota 39% (era al 13% solo un anno fa).
Second screen, Tv e non solo
Considerata una così alta penetrazione dei tablet nelle famiglie britanniche, non stupisce il contemporaneo aumento di comportamenti ‘multiscreen’ rilevati da eMarketer. L’uso del second screen non riguarda solo l’accoppiata con TV, anche se questa è prevalente: secondo una ricerca di GfK del settembre scorso, il 61% dei consumatori britannici ha usato laptop o notebook mentre guardava la TV nei mesi passati, pari a un incremento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2013; l’uso in contemporanea dello smartphone è ormai un’abitudine per il 56% (contro il 40% dell’anno precedente) mentre il tablet è passato a quota 31% (era il 16%). Il tablet è orami arrivato a quota 68%, alla pari con lo smartphone, come second screen, con il tasso di penetrazione più alto rispetto ad altri Paesi del Nord Europa.