Per il direttore di Rai Radio l’assenza della radio nella total audience è un’occasione persa per l’evoluzione del monitoraggio ascolti
Continuano gli eventi di via Asiago per i festeggiamenti dei 90 anni. E mentre si susseguono le visite della sede gestite dal Fai, Fondo Ambiente Italiano, il Direttore Roberto Sergio commenta il recente avvio della cosiddetta “total audience”, il sistema di monitoraggio degli ascolti multimediali (vedi notizia).
«In un’epoca in cui tutti noi siamo sempre più connessi e multipiattaforma – ha spiegato Sergio –monitorare i consumi mediatici mezzo per mezzo ha poca utilità. La convergenza digitale ha reso il panorama dei media fluido e ha abbattuto le barriere tra i singoli mezzi. Andare quindi nella direzione di un monitoraggio complessivo, che unisca e misuri le performance dei contenuti passando di device in device credo sia la ricetta migliore per avere un quadro chiaro di cosa funzioni e cosa non funzioni. E’ un peccato, che la radio ne resti al di fuori con il suo sistema di rilevazione. La total audience di fatto non è realmente total, dal momento che manca l’ascolto delle radio. Sono anni che Rai ribadisce la necessità di aggiornare la ricerca con l’utilizzo di tecniche digitali. Pertanto invito tutti a riflettere, soprattutto gli amici colleghi delle radio commerciali: se non ci adeguiamo velocemente, sono sicuro che centri media e clienti rifletteranno sul reale valore del nostro mezzo, non misurato in termini di reali risultati di comunicazione, e pertanto di difficile utilizzo per le strategie di marketing avanzate».
Sullo switch off Fm: “Individuiamo una regione pilota”
Sergio è tornato anche sul tema dello spegnimento dell’Fm con una proposta concreta. «Lo scenario attuale – ha dichiarato – con i costi dell’energia alle stelle impone più che mai una riflessione seria sullo spegnimento del segnale Fm».
La rete analogica, come è noto, ha costi molto alti di manutenzione e di alimentazione, con un dispendio di energia elettrica molto più importante rispetto alla rete digitale e un conseguente alto livello di inquinamento elettromagnetico.
«Credo che la transizione al digital only e lo spegnimento dell’Fm sia un tema che non può più essere rimandato – ha continuato Sergio – . In questi giorni ho avuto dei colloqui con colleghi di altre radio e ho avuto modo di notare un inizio di convergenza di idee su questo argomento. Più volte ho chiesto di sederci tutti intorno a un tavolo per definire una data di switch over e switch off. In attesa che si arrivi a una tale decisione, potrebbe essere utile ragionare in termini di regione pilota. Individuiamo una regione d’Italia in cui completare tutti insieme la copertura del Dab+ e conseguentemente spengere l’Fm, coordinando tutte le attività di comunicazione e informazione ai cittadini. Poi analizziamo il feedback e ragioniamo sulle tempistiche per il resto d’Italia».