È muro contro muro tra Fieg e sindacati edicolanti sull’iniziativa ‘Leggi e Vendi’ lanciata in ottobre.
Dopo che nei giorni scorsi l’associazione degli editori l’ha bollata come illegittima e che il presidente Fieg Maurizio Costa ne ha chiesto la sospensione perché “solo l’editore decide le forme di commercializzazione con cui intende diffondere il proprio prodotto”, ora le associazioni sindacali degli edicolanti rivendicano la liceità di quella che in un comunicato definiscono “operazione di marketing editoriale pulita e trasparente”.
Per protestare contro l’abbandono della rete distributiva ‘fisica’ da parte degli editori, che hanno preferito puntare su abbonamenti cartacei a prezzo stracciato e online, a metà ottobre le associazioni sindacali degli edicolanti hanno lanciato – con adesione del tutto volontaria – l’operazione ‘Leggi e Vendi’, ovvero la restituzione da parte degli acquirenti dei giornali comprati in edicola, entro un certo limite di tempo, in cambio di metà del prezzo del giornale, poi rimesso in vendita, usato e a metà prezzo.
Per i sindacati Snag, Sinagi e Usiagi, l’operazione “in nulla viola l’accordo nazionale e tantomeno le normative nazionali e fiscali vigenti”, confutando anche l’assunto di un danno agli editori “perché il cliente fidelizzato manterrà il suo interesse” ad acquistare e conservare i giornali, mentre altri potranno permettersi di comprarlo a prezzo scontato. Il vero danno alla diffusione dei giornali, sostengono Snag, Sinagi e Usiagi, caso mai lo fanno i supermercati dove i “prodotti editoriali vengono letti senza essere acquistati”. Non sarà facile, date le premesse, l’apertura di un confronto, auspicato dalle associazioni sindacali per “la salvaguardia del diritto costituzionalmente garantito all’informazione e la sopravvivenza dei 29.000 punti vendita ancora esistenti”.