Dal 25 marzo il magazine di Condè Nast è in edicola con un nuovo numero dedicato a chi lotta in prima linea contro il Coronavirus
Dopo il numero speciale su Milano e all’Italia, distribuito gratuitamente nelle edicole della Lombardia, Vanity Fair dedica il nuovo numero in edicola dal 25 marzo a medici, infermieri, farmacisti, operai, impiegati, volontari e lavoratori coinvolti nella lotta al Coronavirus. L’intero ricavato delle vendite in edicola sarà devoluto all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, uno dei più in difficoltà in questo momento.
In copertina del numero c’è Caterina Conti, pneumologa di 39 anni, una Dottoressa dell’Ospedale di Bergamo, impegnata nella struttura che più di tutte, ad oggi, ha raggiunto il limite dei ricoveri in terapia intensiva.
E se nel numero precedente si strillava in copertina #IoSonoMilano, (hashtag che su Instagram da Milano è arrivato in tutta Italia per poi rimbalzare in tutto il mondo in un coro universale di voci, famose e non, ripostato anche da grandi personalità internazionali), la nuova cover recita #iocisono, un messaggio di presenza e di impegno civile e umano che diventa esempio eroico.
“Ma non chiamate eroi questi medici, infermieri, lavoratori e volontari perché loro stessi non vogliono essere definiti così. Sono professionisti con un senso del dovere incredibile, lavoratori all’estremo delle forze e delle possibilità. Per noi, diventano il riflesso di un’Italia forte e piena di speranza, Paese da sempre in grado di superare i momenti più difficili. Le loro storie e le loro imprese, tutte narrate in questo numero, diventano un romanzo umano che ci accompagnerà per sempre, non solo nei giorni di questa emergenza” così Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair.
Nel numero sono raccontate le battaglie quotidiane di coloro che sono alle prese con un’emergenza senza precedenti. Tra le tante storie di coraggio, c’è quella di una famiglia di farmacisti di Salerno che continua a lavorare per la comunità nonostante la figlia sia stata contagiata; quella di una cassiera e di un edicolante a contatto tutti i giorni con il pubblico; quella di un dipendente di una fabbrica che produce beni di prima necessità; quella di una volontaria che nelle Marche porta i farmaci a casa agli immunodepressi; e quella di un medico di base della provincia di Brescia che racconta la difficoltà di questo momento.