The Economist ha presentato i risultati finanziari per l’anno fiscale conclusosi il 31 marzo 2025, con numeri record per abbonamenti, ricavi e profitti.
Il fatturato del gruppo è aumentato del 2% a 368,5 milioni di sterline (+4% considerando tassi di cambio costanti), l’utile operativo è incrementato del 2% a 48,1 milioni di sterline (+11% a tassi costanti), gli abbonati totali sono cresciuti del 3% rispetto all’anno precedente toccando quota 1,25 milioni.
Gli abbonamenti digitali sono aumentati dell’8% e rappresentano oggi l’85% dei nuovi iscritti, mentre la diffusione totale è leggermente diminuita rispetto al 2022, segno che le vendite in edicola sono in costante declino. Le spese operative sono invece aumentate, in funzione degli investimenti in tecnologia e sulla redazione.
Positivo, anche se stabile, l’andamento dei ricavi di Economist Impact, il ramo dedicato agli eventi in presenza, virtuali e ibridi, con una buona performance nel secondo semestre dell’anno fiscale e nonostante le difficili condizioni del mercato, sottolinea il gruppo che lo scorso anno ha organizzato 129 eventi attirando 22mila partecipanti e 600 sponsorizzazioni da parte dei clienti.
In crescita del 5% (a valuta costante) i ricavi di Economist Intelligence, società di consulenza dedicata allo sviluppo del business, grazie agli aumenti di prezzo e della base di abbonati. Anche Economist Education, che ha ulteriormente ampliato l’offerta di corsi di formazione per dirigenti, ha registrato un aumento delle iscrizioni.
“I risultati sono incoraggianti di per sé e costituiscono la base per il nostro futuro”, ha commentato Lara Boro, Group chief executive, sottolineando il ritorno di cinque anni di investimenti sull’innovazione per rispondere alla rapida evoluzione delle abitudini di lettori e clienti.