Nel novembre del 2020 Nunzia Vallini, direttrice del Giornale di Brescia, ha deciso di chiamarsi fuori da Facebook per “troppe parole in libertà, troppi insulti, troppo astio, come scriveva nel suo editoriale. Ora la giornalista free lance Roberta Cavaglià ha ripreso i fili di quella storia per Nieman Lab, sito web di informazioni sul giornalismo della Nieman Foundation presso l’Università di Harvard, per raccontare l’esito di quello che è stato definito un “lockdown per Facebook”.
Per sopperire alla mancanza di traffico – il 16% arriva proprio dai social – Vallini ha esplorato nuovi modi per raggiungere il pubblico, collaborando con eventi e associazioni locali, organizzando un concorso di cucina, una Padel Cup e molti laboratori per gli studenti delle scuole superiori, scrive Cavaglià. Vallini anche incrementato la presenza su Instagram, LinkedIn e Twitter fino a che il team italiano di Facebook per le partnership con i media ha contattato la redazione.
Il punto di svolta è stato l’arrivo di Anna Masera, oggi vicedirettrice del Giornale di Brescia, che ha ideato la prima social media policy del quotidiano riportandolo, da fine aprile, a pubblicare su Facebook con un team dedicato alla moderazione e il supporto dell’AI.