A un mese dalle elezioni per l’Europarlamento, il magazine dedica il numero in edicola da ieri alla celebrazione dell’unità del continente, minacciata dall’ondata sovranista
L’attrice francese Vanessa Paradis, scattata per la prima volta dal fotografo tedesco Peter Lindbergh che la ritrae come Marianna d’Europa: è solo una delle sette copertine che L’Uomo Vogue ha portato in edicola il 29 aprile, a un mese dalle elezioni per l’Europarlamento, con il suo numero interamente dedicato alla celebrazione dell’unità del continente, minacciata dall’ondata sovranista.
A riprova di questa vocazione, nella sua sezione principale L’Uomo Vogue pubblica infatti tutti i testi in inglese.
«Parlare d’Europa mettendo in pagina quello che ci unisce, anziché di quello che ci divide; raccontare i volti, i luoghi, le storie, i sogni che rendono ancora oggi attuale il progetto comunitario»: è il proposito del direttore Emanuele Farneti, che introduce il numero firmando un editoriale intitolato I Love EU. «Abbiamo lavorato a questo numero speciale dell’Uomo Vogue riunendo artisti, fotografi, scrittori che condividono con noi l’idea che questo sogno di pace e di unità non è morto, anzi è più attuale che mai, ma per riacquistare energia ha bisogno soprattutto di bellezza e di emozione. In questo momento così delicato ciascuno deve fare la sua parte: anche il mondo della moda».
Delle sette copertine, cinque sono tratte dai servizi di moda, tutti a tema, tutti scattati in Europa da fotografi europei. Lindbergh ha appunto scelto Vanessa Paradis come icona dell’Europa di oggi; Annamarieke Van Drimmelen ha ambientato la sua storia lungo i canali olandesi, metafora delle vie d’acqua che superano i vecchi confini e tengono insieme il continente; Andreas Larsson sui treni dell’Interrail, simbolo della libera circolazione; Robi Rodriguez ha usato invece che modelli persone reali della Spagna, confine Sud dell’Europa, terra di incontri e di mescolanze; al confine opposto, quello settentrionale, Solve Sundsbo ha ritratto l’attore svedese Joel Kinnaman, divo di House of Cards.
La sesta copertina è tratta da We the People, un portfolio di uomini comuni selezionati in 20 Paesi dell’Unione: a rappresentare il gruppo è stato scelto Kofi Lawson, nato in Ghana, arrivato bambino – non per necessità ma per scelta della famiglia – in Danimarca, dove il padre aveva studiato e trovato lavoro, sposato a una ragazza di Copenhagen, padre di due figli, orgogliosamente danese e patriota, simbolo di una categoria di migranti di cui si parla poco, che non fugge dalla povertà o dalla guerra, semplicemente ha scelto l’Europa come casa. La settima copertina, infine, è un’opera inedita dell’artista italiano di fama mondiale Francesco Vezzoli, che ha rielaborato la tela di Guido Reni Il ratto d’Europa – la mitologica vergine fenicia di cui si approfittò Zeus nascondendosi sotto le sembianze di un toro bianco – facendo “piangere” a Europa una lacrima in cui è ritratta Marine Le Pen, simbolo dei nemici che seducono e assediano l’Europa di oggi, la sua unità, il suo patrimonio politico e culturale.
Nelle pagine di questo numero speciale, Roberto Saviano e Bernard-Henri Lévy si confrontano su Europa e populismo. Tra gli intervistati: lo scrittore e regista Emmanuel Carrère sulla Francia, i gilet gialli, la contrapposizione élite-popolo; il premiatissimo fotografo Wolfgang Tillmans che, dopo la mobilitazione anti-Brexit, sta lanciando poster e T-shirt con messaggio pro-Eu; il gallerista Thaddaeus Ropac e il famoso battitore d’aste Simon de Pury, che hanno lanciato proprio con Bernard-Henri Lévy un fundraiser e un manifesto United Artists for Europe.