È in distribuzione il numero 15 di ‘Bill – Un’idea di pubblicità’, la rivista sull’advertising fatta dai pubblicitari ed edita da Tita.
Si conclude con questa uscita il primo ciclo editoriale del magazine, che ha rappresentato in questi anni un unicum non solo italiano, mentre si preparano diverse iniziative di celebrazione, tra le quali la donazione di collezioni integrali alle scuole di comunicazione.
A questo primo ciclo seguiranno delle uscite monografiche, veri e propri libri di testo della comunicazione contemporanea: i “Manuali di Bill”.
La cover del numero 15 è per Ken Garland, grande graphic designer ‘contro’ e primo firmatario nel 1963 del pionieristico manifesto “First thing first”, incontrato in esclusiva per Bill da Cosimo Bizzarri.
Intorno all’opera di Garland, con contributi di Gianni Sinni e Michel Bierut, la rivista propone un approfondimento della creatività che ha usato il linguaggio pubblicitario in modo critico: dagli Adbusters, le cui origini sono raccontate da Andrea Masciullo, alla comunicazione politica degli anni 2000, con un estratto da “Visual Impact” di Liz McQuiston (Phaidon).
Tra i contributi a Bill 15 si segnalano quelli del sociologo Vanni Codeluppi su Walter Benjamin, una trattazione su verità e adv firmata da Pasquale Barbella, un ritratto di John Webster curato da Francesco Simonetti e ancora Guido Cornara e Alfredo Marcantonio su Dieselgate, Diego Fontana con un originale saggio-reportage su una nuova definizione di adv territoriale. Per i Materiali Bernbach, Paolo Egasti propone una panoramica di campagne meno note ma non meno rilevanti firmate dal grande pubblicitario.
La copertina è illustrata da Carolina Rodriguez Fuenmayor. Le matite interne sono di Filip Peraić. Art: Anna Cairanti e Giulia Azzalini
Mazza “Un sapere prezioso che rimarra’ nel tempo. Al via i Manuali di Bill”
Sulla cover di Bill si legge “Ultimo numero della prima serie”. Per Bill comincia una nuova vita. Non più magazine ma una serie di volumi monografici, i ‘Manuali di Bill’.
“Aiuteranno, un tema alla volta – ha spiegato Giuseppe Mazza, executive creative director e founding partner di Tita – a capire il nostro tempo attraverso la comunicazione. Dal 2011 a oggi: anni di grandi studi, passioni e scoperte, abbiamo coinvolto firme italiane e internazionali di tutte le generazioni. Sono nati libri, tesi di laurea, insegnamenti universitari, e oggi Bernbach è citato da intellettuali e studenti. La collezione di Bill Magazine ha raccolto un sapere prezioso che resterà negli anni. Per questo abbiamo deciso di farne dono alle biblioteche di scuole e facoltà di comunicazione. Anzi lo diciamo da qui: fatevi sotto con le richieste”.
L’iniziativa sarà presentata nel corso della prossima edizione di Book City a Milano. E poi spazio a una riflessione su agenzie e mercato: “Nel mercato attuale stiamo vivendo una fase di “dumping delle idee” ben più grave di quello economico. Idee brutte scacciano le buone. Il danno è enorme, perché si abbassano le ambizioni e le aspettative di tutti. Bernbach ci insegna a legare il linguaggio pubblicitario alla realtà. Le agenzie dovrebbero considerarsi risorse per il paese. E un creativo dovrebbe aspirare ai premi professionali ma anche a quelli attribuiti dalla comunità. Con una battuta direi che un pubblicitario a Milano dovrebbe ambire a ricevere l’Ambrogino”.