Prosegue il periodo nero per l’editoria italiana. Il 2012 infatti e’ il quinto anno consecutivo che si chiude con dati negativi per il settore. ”I quotidiani hanno registrato una flessione delle copie vendute del 6,6%, i settimanali del 6,4% e i mensili dell’8,9%. Negli ultimi cinque anni i quotidiani hanno perso oltre il 22% delle copie, piu’ di un milione di persone ha smesso di comprare ogni mattina il proprio giornale”. Lo ha detto il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, nel corso della presentazione della consueta indagine della federazione sulla stampa in Italia. Preoccupanti, soprattutto, i dati della pubblicita’.
Nel nostro Paese, il 2012 per il mercato pubblicitario è stato il peggiore anno degli ultimi venti: il totale degli investimenti pubblicitari è stato pari a 7,442 miliardi di euro, il 14,3% in meno rispetto all’anno precedente (8,683 mld di euro). Per la prima volta dal 2003, si è scesi al di sotto della soglia degli 8 miliardi di euro a prezzi correnti. In termini reali, al netto dell’inflazione, si è tornati ai livelli degli investimenti pubblicitari del 1991. Allargando l’arco temporale di osservazione a partire dall’anno prima dell’esplosione della crisi economica (2007) si rileva come gli investimenti pubblicitari sulla stampa (quotidiani e periodici) siano diminuiti del -33,6%.
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La federazione inoltre ha presentato una serie di proposte al Governo che spostino le risorse dai contributi agli incentivi, tra cui alcune per rilanciare gli investimenti pubblicitari.
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