Da fine febbraio Spotify ha rilevato un profondo cambiamento delle abitudini e della modalità di ascolto conseguenza del coronavirus
La crescita degli utenti procede come da programma per Spotify, che nei risultati del primo trimestre ha annunciato di aver raggiunto 286 milioni di utenti, +31% rispetto allo stesso periodo del 2019, di cui 130 milioni abbonati. Tuttavia l’impatto del covid-19 sta colpendo anche il servizio di streaming audio, nonostante il business sia in salute e non abbia problemi di liquidità.
Da fine febbraio Spotify ha infatti notato dei cambiamenti nei pattern di consumo, in particolare in Italia e Spagna che sono stati i paesi inizialmente più colpiti, con un declino degli utenti giornalieri attivi e dell’ascolto. Nelle ultime settimane l’ascolto pare essere risalito in molti mercati, però è evidente l’evoluzione del rapporto tra la piattaforma e i suoi utenti: la routine giornaliera è cambiata, non si ascolta dall’auto né dagli wearable, mentre è cresciuto l’ascolto da tv e console e mentre si cucina, si pulisce casa, si passa tempo con la famiglia e ci si rilassa. “E’ come se fosse il weekend tutti i giorni” dice Spotify.
I ricavi complessivi sono cresciuti del 22% a 1,848 miliardi di euro, con gli abbonamenti cresciuti del 23% a 1,7 miliardi. Anche la pubblicità cresce del 17%, per un valore di 148 milioni, ma meno del previsto a causa dell’impatto del covid. A marzo c’è stato un rallentamento generale e molte campagne sono state cancellate o messe in stand-by e anche i programmatic buyer hanno frenato gli investimenti. Nelle ultime 3 settimane del trimestre la raccolta è stata del 20% più bassa rispetto a quanto atteso.