La nuova creatura di Meta, Threads, ha già abbondantemente superato i 100 milioni di utenti a una settimana dal lancio e sta crescendo con il tasso di adozione più alto di sempre.
Ma secondo attenti osservatori d’oltreoceano (ricordiamo che Threads non è ancora accessibile in Europa per via della normativa sulla privacy più stringente, nemmeno con una vpn) già ci sarebbero i primi problemi sul fronte della sicurezza, bullismo online e disinformazione, sconfessando il proposito di Mark Zuckerberg di fare della gentilezza un pillar di Threads.
Dunque, giovedì scorso, 24 associazioni attive nella difesa dei diritti civili, la giustizia digitale e la democrazia con capofila Free Press, Accountable Tech e Media Matters for America hanno mandato una lettera a Zuckerberg e al responsabile di Instagram, Adam Mosseri, pregandoli di istituire senza perdere tempo policy di sicurezza e trasparenza “robuste ed equilibrate” per la nuova nata.
La lettera spiega che il processo di integrazione degli utenti di Instagram su Threads – si può accedere con le stesse credenziali – sta travasando sulla nuova piattaforma gli stessi account dannosi attivi su Instagram che stanno mettendo alla prova i limiti della moderazione con contenuti neonazisti, bugie a sfondo elettorale, negazionismi del covid e dei cambiamenti climatici, sessismo, misoginia, persecuzione delle persone trans, insulti assortiti e altro ancora.
Il documento spiega inoltre che su Threads non è stato attivato “intenzionalmente” lo stesso programma di fact-checking di Instagram, che segnalava con un avviso quando una persona provava a seguire un account “disinformatore seriale”. Secondo i promotori della lettera, non non è chiaro se Meta sia preparata a proteggere gli utenti dai divulgatori di disinformazione che violano le policy della piattaforma. Ai ricercatori, inoltre, non sarebbero stati dati gli strumenti necessari per studiare l’attività dell’app nella sua prima settimana di vita. Il rischio è che Threads prenda la stessa strada di Twitter. E anche se gli inserzionisti non sono ancora presenti, ciò potrebbe non farli mai avvicinare.
Tre infine le proposte delle associazioni: implementare immediatamente policy solide per tenere lontani da Threads chi istiga alla violenza e all’odio; investire in strumenti di protezione contro la manipolazione algoritmica e garantire un’applicazione equa delle normative; mettere al primo posto la trasparenza e l’interazione con la società civile.
Le associazioni che hanno sottoscritto la lettera sono:
18 Million Rising, Access Now, Accountable Tech, Action for the Climate Emergency (ACE), the Center for Countering Digital Hate, Common Cause, DemCast USA, Fair Vote UK, Free Press, Friends of the Earth, GLAAD, the Global Project Against Hate and Extremism, GreenLatinos, Greenpeace USA, Kairos, Media Matters for America, ParentsTogether, ProgressNow New Mexico, Public Citizen, the Tech Transparency Project (TTP), The Real Facebook Oversight Board, The Tech Oversight Project, UltraViolet and Win Without War.