Sempre più social, al di là della tradizionale attività di networking professionale, LinkedIn sta godendo di un rinnovato slancio grazie ai budget pubblicitari dirottati da X, in caduta libera dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk e le sue ultime uscite davanti alla fuga dei grandi brand.
Come conseguenza, rileva il Financial Times, stanno crescendo anche i prezzi della piattaforma controllata da Microsoft.
Come riporta la testata, nel 2023 i ricavi pubblicitari di LinkedIn sono cresciuti del 10% e hanno raggiunto i 4 miliardi di dollari e per il 2024 è prevista un’ulteriore crescita del 14,1%. Una quota piccola paragonata a quelle di Google e Meta (l’1,5% dell’ad spend digitale da parte dei brand negli Stati Uniti, contro il 27% e il 21% di Google e Meta) ma in crescita.
Come hanno riferito al FT alcuni manager del settore, le quotazioni dei formati pubblicitari della piattaforma hanno registrato un aumento fino al 30% nell’ultimo anno, a causa del crescente interesse da parte degli inserzionisti per quel miliardo di utenti professionali che qui postano contenuti ben meditati, al contrario di quel che accade ormai su X. Inoltre le persone possono essere segmentate anche in base all’azienda in cui lavorano, seniority e carica oltre agli altri parametri classici.
Secondo un investitore, le campagne premium di LinkedIn possono avere un costo di 300 dollari per 1.000 impression. Molto di più rispetto a quelle di Meta, che hanno un CPM tra i 10 e i 15 dollari. Secondo dati di LinkedIn, gli iscritti con cariche da C-suite sarebbero cresciuti dell’11% anno su anno. E gli inserzionisti avrebbero ottenuto un ROI del 20% sulle campagne pianificate sulla piattaforma.
Secondo FT, sarebbe in fase di test anche un servizio che permetterà ai brand di utilizzare i dati di LinkedIn per raggiungere le persone su app TV come Roku, Peacock, Pluto e Fox Sports e in seguito Hulu e Disney+.