Dei tanti cambiamenti che Facebook ha apportato al suo algoritmo l’ultimo, annunciato lo scorso giovedì, è quello che più fa tremare editori e brand che contano sulla portata del social media per distribuire contenuti e comunicazioni.
Prendendo atto che l’attenzione è oggi il bene più prezioso, e quella degli utenti è sempre più scarsa, subissati come sono da notizie e pubblicità, Facebook ha annunciato con un post del fondatore Mark Zuckerberg che nei prossimi mesi cambierà l’ordine e la frequenza dei post distribuiti sui newsfeed personali.
Verranno privilegiati quelli delle persone, amici e parenti con i quali si interagisce di più, e di conseguenza – visto che anche online lo spazio è limitato – verranno mostrati meno i post delle pagine.
La misura intaccherà certamente reach e interazioni di brand ed editori, ma ognuno in modo diverso: ad esempio se una persona interagisce molto con una certa pagina può essere che i post di questa continueranno ad essere mostrati con una buona frequenza, mentre se si interagisce poco o nulla i post diminuiranno. Allo stesso modo, le notizie che vengono più commentate su Facebook saranno portate all’attenzione di più persone.
Non solo: l’algoritmo sarà in grado di prevedere con quali post e con quali conversazioni il singolo vorrà interagire di più, e mostrerà questi con più frequenza. Se un utente vorrà evitare di perdersi notizie dalle pagine che preferisce dovrà manualmente selezionare la voce ‘See first’ nelle preferenze del newsfeed.
Gli editori e i brand che vorranno spingere i propri contenuti con tattiche di engagement bait sono diffidati dal farlo: quei post, come stabilito recentemente, saranno penalizzati.
Chiaramente brand ed editori si sono sentiti colpiti dalla nuova misura, ma alcuni, come il Financial Times o Buzzfeed, hanno visto nell’operazione un modo per ‘ripulire’ lo spazio a vantaggio dei brand più rispettati o amati dal pubblico.
Tra le istituzioni la britannica ISBA, l’associazione degli inserzionisti pubblicitari locale, ha dichiarato di accogliere con favore i cambiamenti che mettono in evidenza contributi di qualità al posto di bufale e contenuti di scarsa qualità. Tuttavia auspica da parte di Facebook un atteggiamento più aperto e responsabile nei confronti degli inserzionisti pubblicitari.
Qui l’opinione dei CEO di We Are Social sull’argomento